BSA: meno pirateria in Italia
BSA | The Software Alliance ha presentato la ricerca Global Software Study 2016, condotta per BSA da IDC, che monitora l’uso di software illegale nel mondo nazione per nazione.
di Rosario Grasso pubblicata il 25 Maggio 2016, alle 15:01 nel canale WebLa ricerca appena pubblicata da BSA | The Software Alliance evidenzia come il software pirato sia calato in Italia di 2 punti percentuali nel 2016 rispetto dal 2013 al 2015. La stessa ricerca evidenzia come il calo della pirateria in Europa Occidentale si attesti a un punto, a quattro se si estende il ragionamento su base globale.
Il tasso di illegalità rilevato dai ricercatori di IDC resta, però, piuttosto alto in Italia se si considera il valore assoluto, visto che il calo è dal 47 al 45%, contro il 28% che contraddistingue l'Europa Occidentale e il 17% del Nord America. Ma è comunque un dato incoraggiante, fra le cui cause ci sono la progressiva maturazione del mercato dell’ICT in Italia e la tendenziale riduzione della base installata e delle vendite di nuovi PC, a fronte di un incremento dell’impiego di software in modalità subscription e di servizi SAM (software asset management).
"È un risultato che ci fa molto piacere in quanto premia il lavoro svolto da BSA nel nostro Paese in questi anni", commenta Paolo Valcher, presidente del Comitato italiano di BSA. "Per quanto un tasso d’illegalità del 45%, in pratica poco meno di 20 punti in più rispetto alla media europea, resta ancora un dato inaccettabile per una nazione evoluta e moderna quale l’Italia, oltre che un freno in più alla ripresa della nostra economia e dell’occupazione qualificata".
La stessa ricerca, che significativamente si intitola Cogliere le opportunità attraverso licenze legali (“Seizing Opportunity Through License Compliance”), sottolinea poi lo stretto collegamento sussistente fra l'impiego di software “pirata” e l'esposizione a rischi di cyber intrusioni.
"Come sottolinea il rapporto, è cruciale che un’azienda sia ben consapevole di che software è installato sulla sua rete", osserva Victoria Espinel, presidente e CEO di BSA. "Mentre sappiamo che invece molti CIO spesso ignorano la reale composizione del parco software installato, come anche la sua legalità o meno".
Il software illegale, puntualizza la ricerca, è sempre più esposto a rischi di attacchi da parte di hacker malintenzionati e di infezioni malware, rischi il cui costo può far vacillare un bilancio: solo nel 2015, per esempio, il costo sostenuto dalle aziende nel mondo a causa di cyber attacchi è stato di 400 miliardi di dollari.
A livello globale, il tasso di illegalità è stimato al 39%, in calo rispetto al 43% riscontrato nella precedente edizione della ricerca, risalente al 2013. Il software pirata è risultato elevato persino in settori imprevedibili come quello bancario, assicurativo e finanziario (25%). È stima dei CIO, inoltre, che circa il 15% dei dipendenti carichino software pirata sulle reti aziendali al di fuori del loro controllo. Sondando il più vasto bacino dei dipendenti, è risultato che anche il 60% di questi ultimi ha indicato i rischi per la sicurezza come ragione chiave per l’impiego di software coperto da regolare licenza.
La regione con la più alta percentuale di software illegale è l’Asia pacifica, con il 61%, in calo di un solo punto percentuale rispetto all’edizione precedente. Al secondo posto si situa l'Europa Centro Orientale, con il 58% (fortunatamente in calo di 3 punti rispetto al 2013), seguito da Africa/Medio oriente al 57% (-2% rispetto al 2013).
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSul fatto che pirateria = illegale, perfettamente d'accordo.
Ma dire che aumenta il rischio virus e di molto, quando basta un Windows originale con estensioni file nascoste di default ed un doppio click su una mail con ramsonware integrato...
O anche un parco sw legale ma non aggiornato per indolenza o pigrizia è già sufficiente ad avere un considerevole rischio virus...
La realtà è che si pirata perché è facile, relativamente a basso rischio e lo si fa dalla poltrona dell'ufficio.
Se il tecnico o il dirigente o l'impiegato dovessero andare fisicamente in un negozio a nascondersi la scatola sotto il maglione, molti desisterebbero.
Quante aziende usano auto rubate, pc rubati o macchinari o anche solo mobili rubati? E di certo non costano meno del sw. Solo è più difficile ed faticoso rubarli.
Sul fatto che pirateria = illegale, perfettamente d'accordo.
Ma dire che aumenta il rischio virus e di molto, quando basta un Windows originale con estensioni file nascoste di default ed un doppio click su una mail con ramsonware integrato...
O anche un parco sw legale ma non aggiornato per indolenza o pigrizia è già sufficiente ad avere un considerevole rischio virus...
La realtà è che si pirata perché è facile, relativamente a basso rischio e lo si fa dalla poltrona dell'ufficio.
Se il tecnico o il dirigente o l'impiegato dovessero andare fisicamente in un negozio a nascondersi la scatola sotto il maglione, molti desisterebbero.
Quante aziende usano auto rubate, pc rubati o macchinari o anche solo mobili rubati? E di certo non costano meno del sw. Solo è più difficile ed faticoso rubarli.
Capita anche che una azienda ti consegna il PC con Libre Office perché ritiene che per il tuo lavoro non ti serva una licenza microsoft office ma il dipendente si installa la versione O&M aziendale che gira fra i colleghi di Mirosoft Office e non deve neanche craccarlo, solo deve chiudere una finestra di avviso che non è stata inserita la licenza, ogni volta che lo avvia.
Ecco, ed in questo caso, copia pirata si, rischi per la sicurezza zero.
Ma se il dipendente anziche' copiarla dal collega dovesse materialmente rubarla in un negozio, presumo ci penserebbe due o piu' volte.
6 mesi di stage in un azienda, photoshop, office, quark xpress che giravano allegramente. Pure il "dvd di benvenuto" anche se non lo richiedevi.
Ma se il dipendente anziche' copiarla dal collega dovesse materialmente rubarla in un negozio, presumo ci penserebbe due o piu' volte.
6 mesi di stage in un azienda, photoshop, office, quark xpress che giravano allegramente. Pure il "dvd di benvenuto" anche se non lo richiedevi.
Certo, ma l'errore grave, che per me potrebbe anche essere considerata causa di licenziamento, è il reparto IT di una azienda che fa "trapelare" i file di installazioni della versione O&M multi-licenza acquistata dalla azienda stessa, agli altri dipendenti. Ma tanto all'azienda non frega nulla, loro su Windows Server hanno sul gestore licenze i PC che a cui è permesso usare office che sono un TOT e pagano per quelle, se poi qualcun'altro se lo installa non la pagano (non so preciso come funziona la cosa, ma immagino che su Windows server c'è l'elenco di HW per il quale è stata acquista la licenza di office che dialoga con i server di microsoft, quando tu inserisci il seriale relativo alla licenza O&M nell'applicazione dal tuo PC, questa va a verificare sui suddetti server se quel PC è licenziato o meno per l'uso di quel determinato Sw)
Causa di licenziamento? Quando gli stessi dirigenti ed amministratori approvano la pratica del "gratis e' meglio"?
I soldi per spese di rappresentanza o hw mega galattico inutilizzato ci sono sempre. Per il sw no. Almeno in molte aziende italiane.
Violare il codice etico e dell'anticorruzione (chi lavora in una grande azienda li conosce bene) è causa di licenziamento. E una volta fatto il corso e superato l'esame finale relativo ai due codici, la dirigenza non ha colpe se usi copie pirata, perché ti ha informato che è una pratica illegale attraverso il corso, e non solo hai imparato che non lo devi fare, ma che devi anche denunciare alle persone preposte in azienda chi lo fa.
Non è sempre così, nella mia azienda prendono tutto in comodato, per esempio. Un Notebook di fascia medio alta con solo Win costa 15€/mese, la licenza office da sola 22€/mese
Non è sempre così, nella mia azienda prendono tutto in comodato, per esempio. Un Notebook di fascia medio alta con solo Win costa 15€/mese, la licenza office da sola 22€/mese
Lo so che il codice etico prevede questo e altro. Ma conosco come si ragiona in Italia come licenziamenti e processo del lavoro.
Lieto di sapere che esistono realta' che ragionano in mniera divers.
Infatti uso soprattutto software gratuito (meglio se anche open source) e pochi software a pagamento (regolarmente acquistati), ma mai con DRM.
Lo faccio anche per esigenze personali, ma soprattutto come forma di protesta legale contro il DRM e sono convinto che se la maggioranza facesse così i DRM scomparirebbero subito oppure chi continuerebbe a usarli sarebbe costretto a chiudere.
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