Bitcoin in Africa: una soluzione pratica al problema delle rimesse

Bitcoin in Africa: una soluzione pratica al problema delle rimesse

Le valute virtuali rappresentano un mezzo molto interessante per poter rivoluzionare e semplificare il mercato delle rimesse nel continente africano. Pochi gli ostacoli all'adozione e costi bassi, a vantaggio di privati, commercianti e aziende

di pubblicata il , alle 13:31 nel canale Web
 

Alcune piccole compagnie africane specializzate nell'offerta di servizi di cambio Bitcoin potrebbero dare una svolta al mercato delle rimesse (la spedizione di denaro da parte di emigrati africani a beneficio di connazionali residenti nel paese d'origine) estromettendo i tradizionali operatori che si occupano di trasferimenti monetari e offrendo alle aziende nuove modalità di pagamento in un continente dove la penetrazione delle carte di credito è bassa e dove esiste ancora un fortissimo uso del denaro contante.

Igot, Beam, BitPesa e BitX sono società che offrono servizi di cambio Bitcoin ed intravedono l'opportunità di costruire un nuovo business in Africa. Il problema che vorrebbero cercare di risolvere è enorme, così come le opportunità che si stagliano all'orizzonte. Le rimesse verso l'Africa e i trasferimenti monetari che avvengono al suo interno rappresentano un notevole giro d'affari: vi sono oltre 30 milioni di africani che vivono al di fuori del Paese d'origine ed inviano a familiari ed amici complessivamente 40 miliardi di dollari all'anno, per una media di circa 1200 dollari per migrante.

Il costo di queste transazioni è però piuttosto oneroso per chi invia e riceve denaro. Il volume d'affari generato dalle commissioni su questo tipo di operazioni ammonta a circa 1,4 miliardi di dollari all'anno. Società come Western Union e MoneyGram si spartiscono il 50% circa del mercato e richiedono una media del 12,3% di commissione per l'invio di somme modeste (attorno ai 200 dollari).

Timothy Stranex, CEO del servizio di cambo BitX, afferma che la valuta digitale può avere un impatto notevole sulle rimesse internazionali in termini di velocità, efficienza e costi. La maggior parte delle realtà che gestisce rimesse in Bitcoin chiede infatti commissioni del 3% sulle transazioni, ben al di sotto di quanto richiesto dalle società che operano in maniera tradizionale.

"I trasferimenti internazionali necessitano di vari giorni per essere processati usando i sistemi tradizionali. I pagamenti in Bitcoin vengono invece eseguiti in pochi minuti. Questo offre la possibilità di effettuare pagamenti internazionali più velocemente. Le tradizionali compagnie che gestiscono le rimesse possono sfruttare inoltre questa tecnologia per irrobustire le operazioni di backend e risparmiare sui costi mantenendo meno liquidità" ha dichiarato Stranex.

Il problema principale, osserva Stranex, è quello dell'"ultimo miglio", cioè la consegna del denaro al destinatario finale. Dal momento che spesso i destinatari delle rimesse non sono titolari di un conto bancario, il denaro viene corrisposto in contanti, che è costoso e inefficiente da gestire. L'impiego di valute virtuali come il Bitcoin permetterebbe al destinatario di aprire senza particolari problemi un wallet Bitcoin sul proprio smarthpone, anche in assenza di un conto bancario. Il problema dell'ultimo miglio potrebbe quindi essere risolto e gestito elettronicamente.

Rick Day, fondatore del servizio di cambio Igot, che ha registrato 200 mila transazioni in pochi mesi dal lancio, osserva come l'impiego dei bitcoin possa effettivamente offrire una soluzione interessante alle commissioni richieste dai servizi tradizionali: "L'operazione è peer-to-peer ed è quasi istantanea. Il ricevente può cambiare i Bitcoin in valuta locale usando un servizio di cambio. Questo significa che il costo di inviare rimesse è minimo ed il contante è disponibile per il ricevente praticamente nello stesso giorno, nella maggior parte dei casi".

Ma nel continente africano, come già abbiamo accennato in apertura, vi è un'ulteriore situazione da affrontare: meno del 3% degli africani è titolare di una carta di credito, i bonifici bancari sono costosi come le rimesse e PayPal non è ancora diffuso. Le valute virtuali possono quindi rappresentare una soluzione anche a questo problema, soprattutto a fronte di una certa predisposizione del popolo africano verso forme alternative di trasferimento di denaro e di servizi di pagamento mobile come M-Pesa.

Stranex osserva: "Se le persone adottano i pagamenti elettronici hanno l'opportunità di compiere un balzo in avanti rispetto ai metodi di pagamento tradizionali e di andare direttamente verso tecnologie più economiche e semplici come i Bitcoin, che si adattano bene al mondo mobile. Il successo dei pagamenti mobile in Kenya ha dimostrato che questo genere di soluzioni sono in grado di funzionare molto bene in Africa. I bitcoin sono inoltre utili in quei paesi instabili dove banche e valute locali sono inaffidabili".

Nikunj Handa, CEO di Beam, società ghanese che si occupa di gestire rimesse in bitcoin, sostiene che la rivoluzione del mercato delle rimesse da parte dei bitcoin dipendera solamente dall'adozione, specie da parte dei commercianti, e dalla possibilità in futuro di essere usata direttamente senza necessità di cambio: "Se ciò dovesse accadere Bitcoin sarà un modo eccellente perché le persone possano inviare soldi tra loro direttamente, senza intermediari, in modo veloce ed economico. In questo senso il Bitcoin rivoluzionerà veramente le rimesse. I bitcoin non sono accettati come Visa o MasterCard, ma sono sempre più un modo interessante per i commercianti africani di accettare pagamenti da una base clienti globale".

Le preoccupazioni attorno alla sicurezza potrebbero rappresentare un ostacolo in questa visione, ma è opportuno osservare che il protocollo Bitcon è molto solido e sicuro. Del resto la maggior parte dei problemi di sicurezza che hanno afflitto servizi di cambio più o meno noti (il caso più famoso è stato il collasso di Mt.Gox) si sono verificati per condotte superficiali se non addirittura dolose da parte dei gestori del servizio. Diventa opportuno quindi scegliere con attenzione e rivolgersi a compagnie che abbiano una buona reputazione, specie nel trattare la sicurezza con la necessaria attenzione e adottare lo stesso approccio che normalmente si userebbe nello scegliere un tradizionale servizio bancario o di pagamento.

18 Commenti
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piererentolo16 Aprile 2015, 15:53 #1
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Vabbè è una mia errata e stereotipata conoscenza dell'Africa a postare questa immagine
TheQ.16 Aprile 2015, 17:24 #2
Gli hawala vietati dall'interpol adesso si chiamano rimesse? wow
HostFat16 Aprile 2015, 18:33 #3
L'interpol potrà fare solo una cosa
TheQ.16 Aprile 2015, 21:12 #4
ma con le rimesse posso inviare anche 2-3 diamanti in tanzania?
no perchè qualcuno potrebbe farci un pensierino.
izzyfor17 Aprile 2015, 12:48 #5
Affidarsi a una moneta il cui valore nel giro di un anno è passato da 1000 dollari a 250? Why not?
TheQ.17 Aprile 2015, 14:08 #6
Originariamente inviato da: izzyfor
Affidarsi a una moneta il cui valore nel giro di un anno è passato da 1000 dollari a 250? Why not?

Se io sposto euro in dollari e dollari in euro, a parte il pagamento delle commissioni per l'operatore, in pratica converto quasi al medesimo tasso.
La perdita è quando prendi 1000 dollari di bitcoin, li conservi e dopo tot giorni (pochi mesi/1 anno) il tasso è diventato un quinto.
HackaB32118 Aprile 2015, 11:14 #7
Dopo 6 anni dalla loro nascita, finalmente un articolo decente di hwupgrade sulle valute digitali. Leggermente tecnico e al di fuori dei toni scandalistici dei precedenti. Complimenti spero sia l'inizio di una nuova serie. I commenti dei bambini dell'asilo che animano da alcuni anni questo sito sono invece allo stesso livello di sempre.


Originariamente inviato da: izzyfor
Affidarsi a una moneta il cui valore nel giro di un anno è passato da 1000 dollari a 250? Why not?


il prezzo è una conseguenza del graduale passaggio da asset speculativa a forma di pagamento/investimento. Tutti i dati da inizio 2014 a oggi (a parte il prezzo) indicano una crescita costante e impressionante: volume delle transazioni, numero di indirizzi unici, utilizzatori, finanziamenti nelle aziende del settore, interesse vs la tecnologia, investimenti da parte dei colossi hi-tech e di wall street, nuovi ambiti di utilizzo.
Il settore delle rimesse è uno di questi:le rimesse annuali verso i paesi del terzo mondo ammontano a 40 miliardi di dollari e ci sono 2 miliardi di persone che non hanno un conto in banca. Ma hanno un telefono che è quanto basta per inviare e ricevere pagamenti in bitcoin.


Originariamente inviato da: piererentolo
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Vabbè è una mia errata e stereotipata conoscenza dell'Africa a postare questa immagine



Quell'immagine credo ormai potrebbe applicarsi benissimo anche al nostro paese.

guarda questo video riguardo a cosa possono fare i bitcoin in africa.

https://www.youtube.com/watch?v=BrRXP1tp6Kw



Se io sposto euro in dollari e dollari in euro, a parte il pagamento delle commissioni per l'operatore, in pratica converto quasi al medesimo tasso.
La perdita è quando prendi 1000 dollari di bitcoin, li conservi e dopo tot giorni (pochi mesi/1 anno) il tasso è diventato un quinto.


e se conservi dollari?

http://2.bp.blogspot.com/-NI0FqZ-Lh....com.crdownload
TheQ.18 Aprile 2015, 11:42 #8
Originariamente inviato da: HackaB321


Ecco, ci ho messo anche i bitcoin, normalizzati col massimo nei 6 anni di vita.
In pratica un picco che il dollaro ha visto solo a ridosso della prima guerra mondiale, dato che negli anni a seguire ha avuto curve di svalutazione più contenute ovvero diluite in periodi temporali maggiori.
Il grafico sarebbe ancor più interessante se dollaro e bitcoin fossero normalizzati ad un valore comune perchè 1200 dollari per 1 bitcoin con 1 dollaro al 10% del valore del 1913 al picco del bitcoin non fa 100% = 1 del dollaro che come da grafico è solo 10 volte tanto. Quindi in teoria il picco dovrebbe essere 100 volte superiore al 1 del dollaro del 1913 nel periodo in cui è valso il tasso di cambio 1 bitcoin 1200 dollari.

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Per il resto HSBC inizio a pensare che BC stia per bitcoin visto che la valuta virtuale si comporta esattamente come la banca internazionale di riciclaggio del denaro sporco e dell'evasione fiscale portata alla luce da Falciani.
La speculazione 200 dollari -> 1000 dollari per 1 BC e poi il crollo a 200-400 dollari del tasso di cambio è solo uno degli aspetti che la moneta virtuale dovrebbe cambiare per non essere come tutte le altre bad bank che vorrebbe sconfiggere nelle intenzioni di molti dei suoi sostenitori.

Quanto alle rimesse sono di fatto un pericoloso impoverimento di valuta per il territorio italiano, perchè comportano fuga di capitali (40 miliardi, il dato che offri va diviso per vari stati) che non viene reinvestito in Italia, ma all'estero.
Per esempio nell'edilizia è noto come la manodopera straniera provenendo da paesi con basso costo della vita, pur lavorando per paghe improponibili a manovali italiani (es: 500 euro al mese), ha raccolto miliardi di euro esportati all'estero senza alcun controllo non induicendo minimamente un aumento del costo della vita nel paese ricevente (aspetto che dovrebbe bilanciare l'impoverimento dello Stato che perde capitali con il tasso di cambio fra le valute delle due nazioni ad equilibrare gli scambi).
Se questo viene sommato ai capitali che invece di essere reinvestiti in Italia, finiscono via edge fund / derivati / speculazione finanziaria / evasione fiscale all'estero in aziende della silicon valley, fondi immobiliari in chissà quali Stati, etc... il dato è grave (anche perchè qui i politici non pongono rimedio al problema, anzi colgono l'occasione per dire che si deve licenziare di più come soluzione alle rimesse favorendo così la delocalizzazione delle imprese).
Secondo me i bitcoin sono ben lontani da quell'ideale utopico di lotta ai sistemi corrotti di bancopoli ... anzi, sono un ottimo strumento proprio per quest'ultimi.
Pier220418 Aprile 2015, 12:10 #9
Recenti fatti di cronaca hanno evidenziato come qualche politico Italiano, (qualche per usare un eufemismo) ha spostato ingenti capitali (rimborsi elettorali) in paesi extra UE difficilmente tracciabili. Ora questa cosa delle rimesse in Africa in bitcoin mi fa allarmare, tipo "investimenti" in Tanzania
TheQ.18 Aprile 2015, 15:55 #10
Originariamente inviato da: Pier2204
Recenti fatti di cronaca hanno evidenziato come qualche politico Italiano, (qualche per usare un eufemismo) ha spostato ingenti capitali (rimborsi elettorali) in paesi extra UE difficilmente tracciabili. Ora questa cosa delle rimesse in Africa in bitcoin mi fa allarmare, tipo "investimenti" in Tanzania


si, e con la stampa 3D si potrebbero mandare le armi in Eritrea come Prosperini senza rischiare condanne
ma che paese che siamo...

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