WhatsApp torna in Brasile dopo l'ennesimo blocco governativo

WhatsApp torna in Brasile dopo l'ennesimo blocco governativo

È durato solo alcune ore un blocco a tempo indeterminato in Brasile del servizio WhatsApp. La società e gli utenti ancora una volta penalizzati per "informazioni che non esistono"

di pubblicata il , alle 16:31 nel canale Telefonia
WhatsApp
 

La corte suprema federale del Brasile ha sospeso una (ignominiosa) disposizione di un giudice globale in cui si ordinava alle compagnie telefoniche di bloccare in maniera indeterminata l'accesso a WhatsApp a tutti i clienti. Si tratta della terza decisione simile per lo stato sudamericano degli ultimi otto mesi contro il servizio di messaggistica istantanea. Secondo il giudice Daniela Barbosa l'applicazione mostrava "una totale mancanza di rispetto per le leggi brasiliane".

Ancora una volta le Autorità locali chiedevano al servizio di intercettare i messaggi degli utenti per essere d'aiuto alle indagini criminali nei pressi di Rio de Janeiro, nello specifico nella città di Caxias. Per fortuna si è trattato di un disguido di poche ore, quando il presidente della corte suprema Ricardo Lewandowski ha rigettato l'ordine di Barbosa perché "scarsamente ragionevole o proporzionato". Era intervenuto in quelle ore anche Jan Koum, il CEO di WhatsApp, su Facebook.

"È shockante che meno di due mesi dopo che il popolo brasiliano e i legislatori respingevano a gran voce il blocco dei servizi come WhatsApp la storia si ripete", ha scritto sul social network il dirigente. "Oggi come allora milioni di persone sono state tagliate fuori dai contatti con amici, con le persone care, con i clienti e con i colleghi, semplicemente perché ci vengono chieste informazioni che noi non abbiamo". Come scrivevamo sopra, è la terza volta in 8 mesi che questo accade.

La prima, a dicembre 2015, con un ordine della durata di 72 ore, la seconda a maggio 2016. In entrambi i casi gli utenti brasiliani si sono riversati su altri servizi social per manifestare tutto il loro dissenso, e anche in quei casi la decisione estrema del giudice è stata ribaltata poche ore dopo. A dicembre un giudice diverso da quello che ordinava il blocco dichiarava che "non sembra ragionevole che a pagare gli errori della compagnia siano i propri utenti".

"Siamo felici che la gente può continuare ad utilizzare WhatsApp di nuovo in Brasile", ha dichiarato la società in seguito al cambiamento delle ultime ore. "La corte suprema ha rifiutato velocemente il blocco di oggi, trovando che fosse non proporzionato alle accuse e che violasse la fondamentale libertà d'espressione dei cittadini. Speriamo che questo metta finalmente fine ai blocchi che hanno punito milioni di brasiliani, e che la gente possa continuare a usare i servizi come WhatsApp per mantenersi in contatto con le persone per loro importanti".

7 Commenti
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matteop320 Luglio 2016, 19:30 #1
Una (altra) prova positiva per quelli che la crittografia open source di WhatsApp contiene backdoor.
ugogen20 Luglio 2016, 21:03 #2
Ma diciamo le cose come stanno. Sbaglio o in Italia, per esempio, tutti gli operatori di telecomunicazioni sono obbligati a fornire i contenuti di telefonate o messaggi alle autorita, nel caso un giudice lo richieda per delle indagini in corso ? Allora per quale ragione WhatsApp dovrebbe essere escluso da questo obbligo? Questa storia dei dati criptati ecc é solo una scusa per non fornire le informazioni perché, se fornisse i contenuti delle conversazioni alle autoritá, comincierebbe a perdere utenti, e questo significherebbe l'inizio del suo declino.
Conclusione o si fanno delle leggi ben chiare che obbligano tutti i gestori di telecomunicazioni a fornire i dati richiesti pena la sospensione del servizio, oppure non si puó solo all'occorrenza fare questi "ricatti" sospendendo il servizio senza che ci siamo leggi chiare che regolamentano questo aspetto.
HostFat21 Luglio 2016, 02:07 #3
Per fortuna la tecnologia va avanti e non si ferma a seguire leggi e richieste scritte/fatte da idioti.
ComputArte21 Luglio 2016, 09:57 #4

Fuffa, leggi inadeguate, sovranità degli stati e spionaggio

...insomma il quadro SEMBRA chiaro , ma è più complesso di ciò che appare.

Come già commentato in precedenza l'adozione di un protocollo aperto in un codice chiuso non certifica la sicurezza del pacchetto....anzi , fin tanto che il codice rimane chiuso è più che plausibile pensare a backdoors che consentano la massimizzazione del core business: PROFILAZIONE!

Che il quadro normativo sia inadeguato è sotto gli occhi di tutti.
E l'esempio lampante è il "nuovo" privacy Shield che avrà durata ANNUALE e già si tiene con gli stecchini...

Se uno stato sovrano, riconosciuto dagli altri, "intravede" in queste APPs GRATUITE una "scusa" per lo spionaggio continuativo ed illimitato asimmetrico ( nell'accezione di esclusività a spiare e a vedere in chiaro i dati e ad impedire agli altri , SEPPUR un tribunale o gli organi di controllo nazionali ad accedere a quelle informazioni )...allora questi eventi possono essere visti sotto un'altra luce e non solo come tentativo di "privare" i cittadini di un servizio che li metta in contatto con gli amici....
matteop321 Luglio 2016, 11:09 #5
Originariamente inviato da: ugogen
Ma diciamo le cose come stanno. Sbaglio o in Italia, per esempio, tutti gli operatori di telecomunicazioni sono obbligati a fornire i contenuti di telefonate o messaggi alle autorita, nel caso un giudice lo richieda per delle indagini in corso ? Allora per quale ragione WhatsApp dovrebbe essere escluso da questo obbligo? Questa storia dei dati criptati ecc é solo una scusa per non fornire le informazioni perché, se fornisse i contenuti delle conversazioni alle autoritá, comincierebbe a perdere utenti, e questo significherebbe l'inizio del suo declino.
Conclusione o si fanno delle leggi ben chiare che obbligano tutti i gestori di telecomunicazioni a fornire i dati richiesti pena la sospensione del servizio, oppure non si puó solo all'occorrenza fare questi "ricatti" sospendendo il servizio senza che ci siamo leggi chiare che regolamentano questo aspetto.

Le compagnie sono obbligate a fornire alle autorità i dati che possiedono. Se WhatsApp non possiede e non può accedere alle conversazioni dei propri utenti, come fa a fornirle? E perché starebbe violando/ricattando la legge? Anzi, dal canto mio sta facendo in maniera egregia (anche) gli interessi dei cittadini, tutelando la sicurezza e la privacy della loro corrispondenza privata.

Qualsiasi servizio intelligente collezionerebbe la minor quantità possibile di dati dei propri utenti, altro che cloud et similia. Emblematico che l'autoproclamata alternativa sicura a WhatsApp (Telegram) non abbia ancora mai avuto problemi in Brasile.
danieleg.dg21 Luglio 2016, 12:26 #6
Originariamente inviato da: ugogen
Ma diciamo le cose come stanno. Sbaglio o in Italia, per esempio, tutti gli operatori di telecomunicazioni sono obbligati a fornire i contenuti di telefonate o messaggi alle autorita, nel caso un giudice lo richieda per delle indagini in corso ?


Veramente la legge esclude espressamente di mantenere il contenuto...
ComputArte22 Luglio 2016, 14:26 #7

Facebook,WhatsApp e la profilazione...

...Il fatto che in Europa, le Telco NON possano archiaviare contenuti di terzi, A MENO che no vi sia un mandato da parte di un tribunale che attiva la POSSIBILITA' di accedere in chiaro a tutto ciò che i soggetti, al centro delle indagini, si scambiano, come conversazioni, è PALESE.
E' sufficiente pensare agli stralci delle voci di delinquenti che hanno lucrato sui migranti a Roma o sulle conversazioni "scomode" di moltissimi politici....
Quindi tecnicamente parlando , tutte le conversazioni sono intercettabilie solo quelle al centro di indagini archiviabili.
Sempre disquisendo di teoria "leggittima".
POI....iniziando a trattare di OTT e di dati relativi alle comunicazioni tra utenti stiamo COMPLETAMENTE FUORI dai canoni europei...
Nella fattispecie, le aziende americane se ne infischiano alla grande degli obblighi ( e quindi delle tutele e dei diritti dei dcittadini e delle aziende europee ....infatti non solo possono vedere in chiaro TUTTI i dati , ma anche archiviarli!!!!!)
E per chi fa ancora finta di non sapere, questa è ststa la causa dell'invalidazione del SAFE HARBOUR.
questo accordo prevedeva la libera circolazione ed "approdo nei server statunitensi dei dati "rastrellati" in Europa.
Ora hanno "tnatato" ( Europa ed Usa ) di mettere a punto un nuovo accordo che purtroppo è e rimane un colabrodo e NON GARANTISCE il medesimo trattamento che l 'Europa riserva ai dati dei cittadini europei...infatti sarà soggetto a controlli annuali con meccanismi risibili...
Che significa tutto ciò?!
Semplicemente che le OTT americane ed in generale extra-eu, continuano a spiare ed archiviare per profilare.

Quindi se veramente i giudici brasiliani fossero certi che WhatApp NON POSSIEDE i dati ( in chiaro ed archiviati ) starebbe accusando una "innocante" società americana che è posseduta da chi ha come core-business la profilazione a scopo commerciale....ma che disattenti!!!!

Se invece, come è plausibile pensare e tecnicamente possibile , vogliono solamente quallo che l FBI e l NSA trovano come pappa fatta nei server di queste società private , per poter concludere le indagini contro dei delinquenti...

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