Un paio di jeans firmato Norton per proteggersi da nuove minacce
RFID e NFC potrebbero mettere a rischio i dati gestiti su smartphone o su altri dispositivi. Per questa minaccia la protezione si applica direttamente ai vestiti con tasche appositamente schermate
di Fabio Boneschi pubblicata il 17 Dicembre 2014, alle 12:51 nel canale SicurezzaAbbiamo più volte scritto come il concetto di sicurezza informatica vada sempre più esteso e oggi non rigurdi più il solo mondo del PC; i nuovi ambiti sono quello mobile e in un futuro non troppo lontano quello dell'IOT (internet of Thinghs). C'è però un progetto nel quale è coinvolta Norton, che intende alzare ulteriormente l'asticella ed estende la necessità di protezione informatica anche all'abbigliamento.
Una sorta di antivirus per giacca e pantaloni? L'idea fa sorridere, ma approfondendo l'argomento si può immaginare, forse, un possibile nuovo scenario di rischio reale. Proviamo ad entrare nel merito dell'argomento. È un fatto assodato che il numero di smartphone presenti sul mercato e nelle tasche degli utenti sia in costante aumento, con la diretta conseguenza che su tali dispositivi vengano conservate sempre più informazioni importanti e sensibili.
Tablet e smartphone dispongono ovviamente di connessioni wireless di vario tipo, ma sono anche sempre più diffusi dispositivi dotati di tecnologie RFID/NFC e proprio su quest'ultimo aspetto si occupa il progetto al quale facciamo riferimento. NFC e RFID vengono considerati dai creatori del progetto come il prossimo obiettivo dei criminali informatici per mettere in atto azioni malevole e furto di informazioni.
Si parte infatti dal presupposto che con il modulo NFC attivo il dispositivo mobile possa divenire vulnerabile: un apposito scanner gestito in prossimità del nostro smartphone potrebbe mettere a rischio i nostri dati. Il progetto di crowdfunding vede coinvolti Betabrand e Norton con l'obiettivo di offrire protezione all'utente anche in questo ambito. Ma come è possibile fare ciò? Non intervenendo sul dispositivo bisogna fare in modo che un eventuale scanner o altro dispositivo non sia in grado di interagire con il modulo RFID/NFC e per farlo si è scelto di inserire un apposito materiale schermante nella fodera delle tasche.
Norton è quindi partner di un progetto che prevede la creazione di jeans e altri indumenti dotati di tasche protette per questa specifica minaccia denominata digital pickpocketing. La minaccia non riguarda il solo smartphone con NFC ma qualsiasi altro dispositivo al cui interno sia integrata una soluzione RFID e Betabrand pone l'attenzione anche nei confronti di carte di credito, passaporti o oggetti simili.
A parte il progetto di Betabrand e Norton, è comunque interessante tenere sott'occhio questo nuovo e possibile ambito della sicurezza informatica dal quale potrebbe davvero emergere la necessità di creare un set di accessori (custodie, cover e simili) in grado di proteggere l'utente da questa nuova minaccia.
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl malware è stato messo in quarantena.
DOH!!!
Il malware è stato messo in quarantena.
DOH!!!
ahahahhahahahahahahaha
Per dire, gli antitaccheggio usano la stessa tecnologia.
Sarebbe stato più carino se avessero direttamente progettato le cover a libro per smartphone, completamente schermate, ma resta un problema di fondo:
Voi avete mai visto qualcuno con il telefono in tasca o con la cover chiusa? No, ce l'hanno tutti in mano mentre camminano, mentre guardano la televisione, mentre giocano, mentre trom***o, mentre dormono, mentre si lavano, mentre studiano.
L'unico momento in cui non ce l'hanno in mano è quando sono all' euroni**, unie***, mediawor** che ne tengono in mano uno del reparto telefonia.
Che poi scusatemi, ma se un eventuale "ladro di identità" con un minimo di cervello volesse fregare dei dati sensibili, come minimo lo scanner lo mette in luoghi dove sa che avete il telefono in mano (bar, sottocasa, discoteche, supermercati e così via) mica si inventa di mollarlo in autostrada sperando di agganciare qualcuno che passa a 120 orari (ovviamente col telefono in mano a chiamare, giusto per aggiungere un'altro esempio )
Resta pesantemente più intelligente disattivare queste tecnologie e attivarle solo alla bisogna, come col bluetooth del resto.
Quello di AC
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