Parlamento britannico oggetto di un cyber attacco: nel mirino password ed account deboli

Parlamento britannico oggetto di un cyber attacco: nel mirino password ed account deboli

In una e-mail diffusa tra i membri del Parlamento, le autorità affermano che è stato confermato che gli hacker stavano portando avanti un attacco continuo e determinato su tutti gli account utente dei parlamentari, nel tentativo di identificare password deboli

di pubblicata il , alle 11:21 nel canale Sicurezza
 

Nella giornata di venerdì scorso, 23 giugno, il parlamento britannico è stato interessato da un attacco informatico definito dal Telegraph “sostenuto e determinato”, che ha portato alla momentanea sospensione dei servizio di posta elettronica di politici e dipendenti.

Le autorità che tengono monitorato costantemente il traffico sulle reti del parlamento si sono accorti di un'attività insolita, riuscendo ad intervenire in tempo zero così da proteggere la maggior parte dei dati contenuti nei vari account, isolando praticamente il Palazzo di Westminster dal traffico dati sia in uscita sia in ingresso.

In una e-mail diffusa tra i membri del Parlamento, le autorità affermano che “è confermato che gli hacker stavano portando avanti un attacco continuo e determinato su tutti gli account utente dei parlamentari, nel tentativo di identificare password deboli”; tramite un comunicato l'Ansa ha diffuso alcuni nuovi dettagli di quanto avvenuto: secondo The Guardian gli account interessati sarebbero 90 su un totale di 9.000, inoltre ci sarebbero alcuni dettagli, non ancora resi noti, che porterebbero a pensare che l'origine dell'attacco sia riconducibile, più che ad un gruppo di hacker, a uno stato: per il momento il dito è stato puntato contro la Russia.

Nei giorni scorsi, da un'indagine del The Times, si era già venuti a conoscenza che informazioni di funzionari del governo britannico sarebbero trapelate online e rese disponibili nei giorni scorsi su siti di hacking russi, per il momento non si esclude però il possibile coinvolgimento di altri paesi come Cina, Iran e Corea del Nord.

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