IBM ricicla i wafer di silicio
Big Blue da il via ad un nuovo sistema di recupero dei wafer di silicio scartati in fase di riproduzione: saranno convertiti all'uso con pannelli fotovoltaici
di Andrea Bai pubblicata il 02 Novembre 2007, alle 10:09 nel canale ProcessoriIBM
La realizzazione di qualsivoglia oggetto, dispositivo, gadget tecnologico non può prescindere, almeno fino ad ora, dall'impiego del silicio: ogni chip di controllo, processore, memoria è realizzato con l'impiego di questo elemento.
Banalità e ovvietà a parte, ciò che non è noto ai più è il fatto che molti dei wafer di silicio prodotti dalle fonderie vengono spesso scartati a causa di imprecisioni nella produzione che causerebbero malfunzionamenti degli eventuali chip derivati da tale wafer.
A fornire un quadro della situazione è IBM, la quale spiega che su base giornaliera vengono realizzati al mondo circa 250 mila wafer di silicio e che di questi il 3,3% viene scartato, dando luogo a circa 3 milioni di wafer scartati ogni anno.
I wafer scartati vengono generalmente gettati in apposite discariche oppure nuovamente fusi per altri impieghi. Non è prevista la rivendita a terze parti, dal momento che l'incisione degli strati superficiali potrebbe rivelare tecniche di progettazione e elementi di know-how mantenuti segreti.
IBM ha quindi dato il via ad un nuovo sistema per il riutilizzo di questi wafer di silicio, rivendendoli alle aziende impegnate nella costruzione di pannelli solari. Il nuovo processo prevede la raschiatura della superficie dei wafer, assieme ad una sorta di risciacquo con acqua deionizzata al fine di rimuovere tutto ciò che può risultare frutto della proprietà intellettuale della compagnia. Il silicio non viene danneggiato dal processo ed i wafer possono così essere riconvertiti in celle fotovoltaiche.
Questa iniziativa ha permesso ad IBM di vincere l'edizione 2007 del premio "Most Valuable Pollution Prevention Award" nel contesto del National Pollution Prevention Program.
La nuova strategia di riciclaggio permette inoltre ad IBM di ottenere un discreto risparmio di fondi: innanzitutto una parte di risorse viene recuperata proprio dalla vendita dei wafer ed, in secondo luogo, alcuni dei wafer "ricondizionati" viene utilizzato internamente per produzioni pilota ed esperimenti di incisione, evitando così la necessità di dover produrre wafer nuovi che sarebbero comunque scartati alla fine delle fasi di test.
Inoltre le aziende che acquistano i wafer riciclati da IBM hanno modo di poter risparmiare dal 30% al 90% dell'energia necessaria per la produzione ex-novo di pannelli fotovoltaici.
A questo indirizzo, oltre al comunicato stampa ufficiale, è possibile visionare un breve documentario relativo al nuovo processo di riciclaggio.
28 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon tutto il wafer vien per nuocere
Be' in effetti anche la Loacker fa i wafer in pezzetti piu' piccoli e li vende...
Fanno anche le pavimentazioni con gli scarti di silicio!
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