Nessun divieto per gli iPhone. L'On. Stefano Quintarelli chiarisce la questione su Hardware Upgrade
Ha destato forte preoccupazione la notizia del disegno di legge presentato dall'On. Stefano Quintarelli sul tema delle discriminazioni dei produttori e sul libero accesso ad alternative software. Abbiamo chiesto delucidazioni direttamente al parlamentare di Civici e Innovatori per capire quale sia l'obbiettivo della nuova legge. Ecco cosa ci ha risposto.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 27 Giugno 2017, alle 10:21 nel canale AppleiPhoneAppleiOS
Qualche giorno fa aveva generato forte scalpore la notizia di una proposta di legge, già passata alla Camera e in calendarizzazione al Senato, dell'Onorevole Stefano Quintarelli sulle "Disposizioni in materia dei servizi della rete internet per la tutela della concorrenza e della libertà di accesso degli utenti". In questo caso, l'articolo 4 del decreto legge, dichiara come "Gli utenti hanno il diritto di [...] utilizzare a condizioni eque e non discriminatorie software, proprietario o a sorgente aperta, contenuti e servizi leciti di loro scelta". Non solo perché si dice anche che gli stessi utenti abbiano "[...] il diritto di disinstallare software e di rimuovere contenuti che non siano di loro interesse dai propri dispositivi". Ma va letto in congiunzione con l'articolo 6, cosa che non ha fatto nessuno.
Questo aveva da subito creato un forte allarmismo, soprattutto creato dalla fonte della notizia, con la preoccupazione di un vero e proprio bando degli iPhone e degli iPad con sistema operativo iOS che sappiamo essere quanto mai "chiuso" nei confronti degli utenti e ben poco compatibile con altri sistemi informatici. In questo caso però l'interpretazione e la comprensione del testo di legge sono state poco corrette e per riuscire ad avere una più completa ma soprattutto trasparente visione circa gli obiettivi e il reale significato della stessa abbiamo contattato l'On. Stefano Quintarelli, fautore del decreto legge, che ringraziamo in anticipo per la disponibilità accordataci.
Innanzitutto abbiamo chiesto a Quintarelli su cosa realmente verte la proposta di legge, visto il fraintendimento che vi è stato nei scorsi giorni.
"In un mondo che prima prevedeva solo le norme antitrust per poter sanzionare eventuali abusi ad un certo punto si è pensato che le norme antitrust non fossero adeguate per sanzionare eventuali comportamenti discriminatori che i gestori delle reti avessero nei confronti di chi dalle reti dipende. Da qui si è innescato il concetto della Net Neutrality con delle sanzioni diverse dall'antitrust con dei percorsi di valutazione diversi da quelli dell'antitrust con questo fine. Quindi prima c'era l'antitrust e poi è entrato un meccanismo diverso. Ora la stessa cosa la propongo per i device, quindi un percorso diverso rispetto all'antitrust per andare a sanzionare eventuali discriminazioni. L'obiettivo della proposta di legge è quello di offrire un percorso semplice di sanzione nel caso discriminazioni che non siano giustificate rispetto a questioni tecniche ad esempio. Cioè discriminazioni dolose che causino un danno al consumatore. Se tali discriminazioni dolose si verificassero si può [con la nuova legge in proposta] seguire un percorso diverso da quello antitrust; più semplice, breve ed economico. Altrimenti bisogna seguire un percorso antitrust che tipicamente va a finire a Bruxelles e dura 10 anni e costa milioni di euro. Quindi chiunque gestisca una piattaforma Apple, Nintendo, Microsoft ecc. possono continuare a fare quello che fanno oggi senza problemi, però nel caso venga effettuata una discriminazione dolosa che porti un danno ai consumatori, possono essere sanzionate economicamente, ovvero ricevere una multa. Ricordo che già oggi i più costosi e lunghi procedimenti antitrust possono arrivare ad imporre sanzioni anche assai più drastiche, come ad esempio cessioni di parte di azienda, scorpori, cessioni di pratiche commerciali, ecc.".
In questo caso dunque non vi è assolutamente alcuna volontà di bandire iPhone o altri prodotti Apple o magari di altri produttori come inizialmente l'articolo del Corriere aveva paventato. E' palese però che se un produttore di software come anche di dispositivi, impedisca dolosamente l'utilizzo di un determinato software o un servizio o un'applicazione per la quale il consumatore aveva acquistato il prodotto e dunque subisca un danno rispetto alle promesse di vendita, allora i consumatori potrebbero segnalare l'evento all'Autorità che aprirebbe un'istruttoria al cui esito potrebbe decidere di applicare una sanzione economica (peraltro appellabile al TAR).
Qualcuno ha ritenuto che non si dovrebbe intervenire con una norma nazionale quando è già presente un regolamento dell'Unione Europea. Abbiamo dunque chiesto direttamente all'On. Quintarelli cosa pensa di queste affermazioni.
"Il regolamento europeo riguarda solo la parte di rete. Il considerando 7 prevede esplicitamente il fatto che ci possano essere degli interventi interiori nazionali. La sentenza della Corte di Giustizia europea dice che intervenire localmente è vietato se si cela l'origine europea di una norma ma in più il regolamento europeo non è dotato di un apparato sanzionatorio per cui ci sono le regole ma non ci sono le multe. Con la mia proposta di legge si introducono le multe. Legittimo che un'azienda ritenga che sia meglio che non ci siano multe nel caso di suoi comportamenti sbagliati. Chiaramente un'azienda fa il suo interesse. Io penso che debba esserci anche la sanzione".
L'On. Quintarelli ha voluto poi ribadire il fatto che la notizia, apparsa per prima sul Corriere della Sera, sia stata poco corretta:
"E' una grande "fake news". Hanno detto delle cose sbagliate e false sul fatto del passaggio in sordina alla Camera e sul fatto che gli iPhone saranno inutilizzabili se non con il jailbreak. E' tutto falso. Io ho chiesto una rettifica al Corriere nella giornata di sabato che ad oggi non è ancora uscita".
Dunque la preoccupazione sul "bando" per gli iPhone o a qualsiasi altro smartphone è assolutamente scongiurato. Anzi non è mai esistito. Quello che invece si vuole fare con la nuova proposta di legge dell'On. Quintarelli è di accorciare i tempi per possibili sanzioni in caso di discriminazioni e soprattutto introdurre queste sanzioni, che al momento possono avvenire solo in casi eccezionali. Insomma il consumatore, se il decreto legge passasse, non avrebbe altro che qualche tutela in più nei confronti delle grandi aziende tecnologiche.
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infocome al solito le notizie sono state date in modo parziale, con i titoloni ed è scattato il panico
addirittura siamo finiti su macrumors con la gente che prendeva per il culo gli italiani, as usual...
...e poi hanno pure il coraggio di lamentarsi che non vendono...
Pero' Apple essendo il produttore vende il prodotto cosi come e' e semmai ci carichi il software che ti consente.
Samsung va bene che fa la stessa cosa. Non mi va bene che google dia a samsung un s.o. che vada solo a vantaggio di google, dal momento che oltre samsung lo vende a 1000 altri produttori ed imponendo un monopolio
Purtroppo questo è all'ordine del giorno, e sicuramente anche per notizie ben più serie e importanti di questa.
2- In pratica se la legge fosse stata in vigore quando uscì la PS3 Sony sarebbe stata sanzionata perché ha rimosso una funzionalità che pubblicizzava (la possibilità di installare Linux)?
"Ora la stessa cosa la propongo per i device, quindi un percorso diverso rispetto all'antitrust per andare a sanzionare eventuali discriminazioni. L'obiettivo della proposta di legge è quello di offrire un percorso semplice di sanzione nel caso discriminazioni che non siano giustificate rispetto a questioni tecniche ad esempio.
Cioè discriminazioni dolose che causino un danno al consumatore. "
"Quindi chiunque gestisca una piattaforma Apple, Nintendo, Microsoft ecc. possono continuare a fare quello che fanno oggi senza problemi, però nel caso venga effettuata una discriminazione dolosa che porti un danno ai consumatori, possono essere sanzionate economicamente, ovvero ricevere una multa."
Le famose discriminazioni dolose per cui vengono messe le sanzioni, sarebbero messe se l' utente non puo installare l' app che vuole ?..............
Ripeto: per questi motivi l' Italia non va avanti, invece di pensare a cose molto più importanti, o meglio invece di pensare a cose Importanti, si pensa a cose, secondo me che non servono a nulla .
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Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".