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17-02-2010, 18:17 | #81 | |
Senior Member
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17-02-2010, 18:33 | #82 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2002
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17-02-2010, 18:45 | #83 |
Senior Member
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18-02-2010, 23:48 | #84 | |
Member
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Altro che "ognuno fa quello che vuole"... ognuno è libero di cambiare lavoro, al massimo - ammesso che trovi uno che si acocntenti di sopolparti meno di quanto lo fa Accenture (d'altronde perchè dovrebbe). Le uniche balle sono i tuoi discorsi sull'"ognuno fa quello che vuole". l resto sono discorsi seri, troppo per te, pensa a lavorare. |
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22-02-2010, 15:16 | #85 | |
Bannato
Iscritto dal: Oct 2007
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...alle 17.31 ci esci in molte aziende piccole (e aggiungo sconosciute), di certo non nelle aziende grandi! ...e se esci alle 17.31 significa anche che fai la fame, perchè gli stipendi sicuramente nn sono all'altezza di quelli in aziende più blasonate! poi c'è anche chi è contento di guadagnare 1100 euro per tutta la vita e avere il suo tempo libero... ...sono punti di vista!!! |
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22-02-2010, 15:38 | #86 | |
Senior Member
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Ma a molte persone non entra proprio nella zucca, vedo.
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Il sole è giallo |
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22-02-2010, 16:13 | #87 | |
Member
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E' stato mandato via
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** Hasta la vista ** |
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22-02-2010, 16:49 | #88 | |
Bannato
Iscritto dal: Oct 2007
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Purtroppo chi critica chi lavora parecchiere ore, o è invidioso perchè nn è riuscito ad entrare in determinati posti, o parla per sentito dire! Poi intendiamoci, nei posti statali molto probabilmente te le fai quelle 8 ore al giorno, ma è pure vero che fai carriera più lentamente ed in genere prendi abbastanza di meno... Io la vedo così...quando uno è giovane, se vuole fare qualcosa, la gavetta la deve fare ovunque!!! |
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22-02-2010, 17:04 | #89 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2006
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Un conto è la gavetta e la disponibilità a fermarsi una tantum, un conto è donare la propria vita ad un'azienda. E lo dico da responsabile di progetto per una grossa multinazionale di consulenza, quindi non rientro nè nella categoria del "sentito dire", nè in quella "rosichi perchè non sei riuscito". Ma poi, riuscito a fare che? A buttare anni per il profitto di un'azienda? La sfida è l'essere produttivi, non il mettere le radici sulla sedia. Ergo, ripeto: valgono i risultati, non le ore seduti alla scrivania.
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Il sole è giallo Ultima modifica di yorkeiser : 22-02-2010 alle 17:11. |
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22-02-2010, 17:09 | #90 | |
Member
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22-02-2010, 17:19 | #91 | |
Bannato
Iscritto dal: Oct 2007
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Ribadisco cmq che la maggior parte delle persone che scrive parla per sentito dire... Per il resto, i risultati molto spesso sono legati alla quantità di lavoro!!! Le società di consulenza più grandi del mondo (cito ad esempio Deloitte, Booz and Company, Mckinsey, Accenture) infatti fanno lavorare molto, ma sono anche al top per quanto riguarda i profitti! |
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22-02-2010, 17:22 | #92 | |
Senior Member
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Ma questo perchè tu, la tua azienda, pochi altri hai il sale in zucca per capirlo, molti altri misurano l'efficienza in ore. Non è affatto raro vedere gente che fa finta di lavorare incessantemente anche quando non ha task da compiere mentre invece sta navigando per i cazzi suoi. E se parli con loro si fanno vedere produttivi col capo. Poi sta al capo di turno avere il sale in zucca da valutare per altri fattori, ma ripeto... non tutti ce l'hanno. ps: mi viene voglia di chiederti il nome dell'azienda dove lavori. |
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22-02-2010, 17:35 | #93 | |
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Città: Tristram
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Per il resto, la tendenza consolidata che noto al giorno d'oggi in vari campi (nel privato) è quella di assumere meno persone e farle lavorare di più del dovuto. Il che è assolutamente contrario, dal mio punto di vista, ai criteri di qualità del prodotto finale perchè, non mi stancherò mai di dirlo, dipendenti stressati producono di meno e peggio. Relativamente all'altro punto, i risultati sono certamente legati alla quantità del lavoro: l'azienda guadagna di più con il crescere delle commesse/progetti, la qualità del prodotto scende al crescere di numero di ore lavorative settimanali per dipendente. Ma un prodotto scadente dal punto di vista aziendale non è neanche sempre negativo, dal momento che spesso implica nuovi progetti per la manutenzione, e così la ruota gira e rigira.
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22-02-2010, 17:36 | #94 | |
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Perchè, sai, non sono poi così tante le aziende del nostro settore che rispettano l'orario sindacale: ci siamo svenduti così tanto, che è la normalità pretendere quell'ora di straordinario fissa in più. Lavorare per una azienda che non rispetta queste leggi non è una scelta di vita, ma una vessazione subita, se non avete almeno il buon senso di rendervene conto siete proprio alla frutta. |
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22-02-2010, 17:52 | #95 | |
Bannato
Iscritto dal: Oct 2007
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Il mio primo messaggio è riferito a coloro che per sentito dire criticano chi lavora 10 ore al giorno, senza sapere che magari il loro prossimo lavoro ne porterà via magari anche 11 di ore... E' la mentalità che oramai nelle aziende è diversa! Si bada più al risultato che alla qualità con cui si è arrivati a quel risultato... E purtroppo tutte (o quasi) le aziende oramai sono uguali... |
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22-02-2010, 18:04 | #96 | |
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A quel punto ho due alternative: a) prendere un ragazzo e pagargli 13 ore al giorno (da noi gli straordinari si pagano, con la dovuta maggiorazione) per una resa effettiva certamente inferiore alle 13 ore, dal momento che di dipendenti che riescono a battere codice per 13 ore di fila, 5 giorni a settimana non ne ho mai avuti nè mi aspetto di averli in futuro b) prenderne due, pagare ad ognuno 8 ore al giorno ed attendermi da ognuno di essi una resa effettiva di 8 ore, che mi pare più vicina alle reali possibilità di un essere umano. Risultato: con la a) ottengo una resa minore, caccio gli stessi soldi e massacro un povero giovincello. con la b) massimizzo la resa senza intaccare le spese ed ottengo un gruppo di lavoro tranquillo e sereno; e se per una volta ogni tanto chiedo una maggiore presenza in ufficio, ad esempio in vista del rilascio finale, magari non mi mandano neanche a fare in culo.
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22-02-2010, 18:42 | #97 | |
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In realtà secondo me in alcuni casi ci sono analisti senior che preparano mini-task predigeriti per ogni scimmia spaziale che scrive righe di codice senza dover capire + di tanto. A questo punto ti serve sono della gran manovalanza sottopagata e da spremere il più possibile per 15 ore al gg. |
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22-02-2010, 18:48 | #98 | |
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Scelta giusta l' allontanamento...
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22-02-2010, 19:14 | #99 | |
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E la qualità spesso latita: per esperienza, spesso e volentieri un analista, senior quanto vuoi ma generalmente poco tecnico, sballa le analisi perchè non capisce un tubo di programmazione e database; dall'altro lato i programmatori si stizziscono perchè devono sentirsi dire cosa fare da persone che hanno una idea molto teorica di cosa si debba realmente fare, e che spesso e volentieri cozza con la soluzione tecnica migliore. E' davvero difficile farli convivere, e la qualità finale del prodotto risulta spesso compromessa da questa difficile (e miope, dal mio punto di vista) gestione. Ergo, per come la vedo io, è meglio prendere programmatori skillati (che da noi costano comunque meno degli analisti) e con un po' di sale in zucca, spiegargli a grandi linee di cosa si ha bisogno, e procedere poi per milestones e revisioni periodiche. E per le parti core e potenzialmente rischiose del progetto magari richiedo degli analisti programmatori, così vado sul sicuro. Insomma, le analisi preferisco farle, condividendole punto per punto, direttamente insieme ai tecnici che ci lavoreranno, senza sdoppiare i due piani.
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22-02-2010, 19:21 | #100 | |
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Io ho avuto un'esperienza totalmente contraria: qualche mese fa ho dovuto mandare via un ragazzo simpaticissimo, disponibile, che sapeva stare in gruppo, anche preparato e tutto, ma che passava la giornata a chattare su messenger, cosa che solitamente permetto ai miei ragazzi. Risultato: alla scadenza, le sue classi non erano pronte, e quelle pronte facevano schifo. Ecco, il non saper gestire il proprio tempo, secondo me, è davvero sconcertante e deleterio su un progetto. Ovvero, per me puoi chattare su messenger quanto vuoi, puoi fare anche 4 ore al giorno, al limite puoi anche essere antipatico o asociale, ma gli obiettivi me li devi rispettare, altrimenti sei fuori senza se e senza ma.
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