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Old 02-01-2012, 23:54   #57
yossarian
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Originariamente inviato da Chelidon Guarda i messaggi
A me pare ovvio che nell'articolo di Stanford la parte che interessa a noi sia solo il discorso delle microlenti e che il lettore accorto scarti il resto dei ragionamenti. T:
Spero di non sembrare che ci vada giù pesante, ma il calderone lo fai te, se vai a tirare in ballo fenomeni che non causano la perdità di esposizione riscontrata, ma semplicemente difetti nell'immagine o altre cose che nulla centrano.
sull'articolo di stanford ho risposto sopra e lo ripeto: parla di scaling delle dimensioni lineari dei pixel DI TIPO APS FSI e non di altre tipologie di sensori digitali. Nell'articolo di stanford si parla della necessità di "guidare" la radiazione verso la parte fotosensibile facendole attraversare il tunnel che la separa dalla superficie del sensore. Ora, probabilmente capisco la tua difficoltà nell'identificare la tipologia di sensore a cui si riferisce, poichè i non addetti ai lavori non sanno che queste considerazini non sono applicabili ai cmos BSI, agli X3 e ai ccd. Quindi, stai prendendo un articolo che parla di una tipologia specifica di sensori e stai estendendo le conclusioni ad altre tipologie per cui l'articolo di stanford non trova applicazione. Inoltre, gli articoli citati parlano di dimensioni di 3 e 1,2 micron per pixel rispettivamente (parliamo di reflex o di compatte?)

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Non c'è l'analisi che chiedi perché non parlano da nessuna parte di una caduta ai bordi! Mi chiedo dove lo leggi visto che ti sei fissato un po' su questo, comunque rileggi l'ultimo mio intervento, dove ti ho fatto notare che il fenomeno che ipotizzi non spiega la distribuzione dei dati, se ancora non sei convinto.
veramente non vedo nessun tipo di analisi ma solo una serie di dati messi li, riferiti ad un effetto già noto da tempo (e presente anche con la pellicola), dovuti, principalmente, alla non continuità della superficie di cattura della luce. Da questo punto di vista, un ccd full frame transfer, anche senza microlenti, presenta una superficie con caratteristiche di OE (equivalente) superiore a quella della miglior pellicola. Se vuoi un'analisi un po' più approfondita, magari guardati i risultati dell'Imatest.

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Sul fatto che sono stati molto ermetici in quella paginetta ti do certamente ragione e anch'io mi sarei aspettato un approfondimento più chiaro e scientifico (ma non sarebbe la prima volta che in un secondo momento sull'ondata di richieste chiariscono le procedure tenute e articolino meglio la fondatezza delle loro conclusioni, ad esempio come in questo caso ). Però, se ti dai da fare e cerchi un attimo, mi pare piuttosto scontato che siano i dati aggregati presi dai loro database con due tipologie di misurazione distinte:
  • una è il delta di esposizione rispetto a quella prevista nella progressione degli stop per aperture grandi (si riferiscono a misure di T-stop al variare dell'apertura e dicono che la differenza si presenta sopra f/2, anche se a supporto mettono solo i due grafici per f/1.2 e f/1.4). Infatti, se ti vai a guardare le loro prove di trasmittanza degli obiettivi a TA sono concordi con quei dati: col 50/1.2 a TA la 450D fa T-1.7 mentre la 5D fa T-1.4.
  • l'altra è portata a sostegno del fatto che le case conoscono il problema ed è concettualmente una verifica dello standard ISO quando varia l'apertura sopra f/2.8 tipo quelle che usano per i punti delle curve ISO.
In entrambi i casi puoi farti un'idea del protocollo che utilizzano, se ti leggi quei due link che ti ho messo, dove spiegano come fanno le misure e mi sembra siano sicuramente più precise e affidabili di quelle degli utenti (che comunque finora confermano quelle di DxO).
lo ripeto per l'ennesima volta: quelli di dxolabs hanno scoperto l'acqua calda . Un'ottica più aperta, soprattutto con un barilotto non troppo lungo, ha più difficoltà a convogliare la luce in modo parallelo all'asse dell'obiettivo verso la superficie del sensore. Questo significa che molti raggi raggiungono la superficie fotoassorbente con angoli non ottimali e parte dell'informazione viene persa per tutta una serie di fenomeni di cui i più evidenti sono spiegabili con l'ottica geometrica e si manifestano, in particolare, nelle zone del sensore più distanti dal centro. Questo avviene perchè la superficie di cattura non è continua e omogenea ma vale con qualunque mezzo, analogico o digitale. La cosa paradossale è che si punta il dito contro le microlenti e la loro ridotta NA per giustificare il fenomeno. Ora, non mi pare troppo difficile capire che ciò che serve a focalizzare la luce sulla parte fotosensibile non può essere responsabile del fatto che la luce obliqua non arrivi sulla parte fotosensibile. Immaginiamo una serie di raggi obliqui che colpisce una superficie fotosensibile. Tutti quelli che cadono al di fuori dell'area atta a catturare la luce sono irrimediabilmente persi. Questo vale tanto per un sensore digitale quanto per una pellicola fotografica. Una microlente, per quanto scarsa, riesce a catturare parte (piccolissima?, sempre meglio di niente) di questa luce e a deviarla verso la superficie fotosensibile. Questo è un passo avanti non un passo indietro.

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Stai parlando dei punteggi di DxO dati alle fotocamere per il rumore, immagino. Scusa ma trovo il discorso poco chiaro e mi sembra ci sia una trave gigantesca a cui non fai caso qui ma dopo sì: cioè che bisogna considerare anche la tecnologia del sensore che ovviamente ha ripercussioni sull'SNR. Sia con questo punto che col successivo mi sembra di averti già risposto nel precedente intervento.
ma anche no, visto che ho paragonato, di proposito, sensori identici sotto tutti i punti di vista.

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Sul punto 4) hai ragione: l'amplificazione non trasparente dell'ISO è solo un pagliativo e non corregge interamente la perdita, ma mi chiedo anche quanti noterebbero comunque che un'obiettivo del genere perda 0,4-0,3 EV solo a tutta apertura! Occhio a f/2 e f/2.8 la perdità si riduce e sfido se c'è chi con una scena varia (non lo sfondo uniforme di un test) riesca a distinguere differenze di esposizione inferiori al quarto di stop e abbia l'accortezza mentale di collegare tutti i pezzi del puzzle fino a notare che è un problema che capita solo col costoso obiettivo luminoso a TA!
nessuno; infatti, con l'analogico, avveniva lo stesso ma non era possibile rendersene conto e nessuno si è mai lamentato

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A parte il discorso che ti ho già fatto che sulla pellicola hai solo vignettatura e non problemi dovuti a pixel che non ci sono proprio! Visto che i fenomeni che abbiamo descritto sorgono perché l'area sensibile non coincide con l'area del pixel: per questo servono le microlenti proprio come fai notare tu. Su tutto quello dopo sono perfettamente d'accordo e l'ho letto anch'io: le microlenti hanno un ruolo fondamentale e a detta dei "tecnici" per ora in parte sono l'anello debole che va migliorato e limita sia l'integrazione esagerata (DPS) che scalare Mpx.
non cambia un bel niente; la pellicola non ha i pixel ma ha una superficie granulare e tra un grano e l'altro c'è un mezzo non fotoassorbente e, quindi, del tutto inutile ai fini della cattura della luce; in più, la pellicola non ha neppure le microlenti. Ad essere pignoli sta messa pure peggio

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A parte che l'imbroglio deriva dal fatto di alzare la sensibilità senza comunicarlo e ciò è imbroglio non rispetto alla pellicola, quanto piuttosto rispetto alle lenti più buie che non ne hanno bisogno e costano esponenzialmente molto meno. Come fatto notare da chi ha sollevato la questione.
Dimentichi che ora non è che la situazione sia scegli o la tecnologia pellicola o quella sensore. Dato che c'è stato un ordine temporale e ora i secondi hanno soppiantato la prima, anche grazie ad un certo numero di vantaggi (ben sottolineati dalla pubblicità quando si trattava di fare il passaggio), si potrebbe notare che i fenomeni descritti siano uno svantaggio degli attuali sensori (benché palesemente noto stranamente sottaciuto) e sotto questa luce (come ho già fatto notare indietro) si capisce il vespaio di polemiche di LL e altri che quel passaggio l'hanno conosciuto.
nessuno sottace niente; in rete ci sono centinaia di articoli che parlano dei problemi di focalizzazione della luce incidente con angoli non favorevoli su una superficie fotosensibile. Con la pellicola non potevi prendere nessun tipo di provvedimento, con il digitale puoi fare misurazioni più accurate, vedendo quello che realmente avviene a livello di sensore e non basandosi su misurazioni di un esposimetro esterno che non dà alcuna informazione sul comportamento della superficie fotoassorbente ma solo nozioni sul suo comportamento presunto in base alla luce in arrivo misurata e, infine, è possibile cercare di prendere provvedimenti agendo direttamente a livello di sensore. In quanto a imbrogli o presunti tali, mi pare che si stia facendo accademia su un punto veramente di poco importanza e non si tiene conto che con l'avvento del digitale e, in particolare, della tecnologia mos, è possibile manipolare le immagini anche in raw, persino prima dell'uscita dal sensore e che le lenti costosissime, sono tali non solo in quanto più "veloci" ma anche perchè, spesso, hanno anche altre caratteristiche decisamente superiori rispetto alle loro controparti low budget.

Ultima modifica di yossarian : 04-01-2012 alle 11:59.
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