La corsa verso un posto al sole per Daniel Amber parte dall'Attack Athletics di Chicago, dove l'estate è calda ma mai come a Buenos Aires.
Daniel Amber, playmaker italo-argentino soprannominato "Tango" dalle numerose fan latine, è un regista piuttosto versatile anche se per ora a livelli bassini.
19 anni, ben fisicato (1,92 x 88 kg), deve dimostrare di essere l'evoluzione dei Prigioni ormai sottodimensionati per il basket del 2010 nonostante una tecnica di primordine.
Il primo impatto con i ragazzi americani non è felicissimo.
In maglia blu con lui stanno Xavier Henry, Wesley Johnson, Favors e Cousins.
Non male, in teoria, ma Johnson e Henry giocheranno spesso a ciapanò.
Di là, Amber deve fronteggiare il play Bledsoe, oltre a Udoh, Evan Turner, Aminu e Monroe.
I blu vengono massacrati 90-58.
Amber è il secondo migliore del team, segna 13 punti con 4 assist, ma perde 7 palle e soprattutto Bledsoe ne segna 26, anche se con basse percentuali. I compagni fanno cagare, e come si sa la colpa più grossa è del play.
Morale: - 300 e rotti punti e cazziatone del 2K crooner.
Altro che Parigi.
Ultimo tango a Chicago, se Daniel non migliora presto.
(in realtà, ma non diteglielo, sono impazzito dietro alle varie telecamere del gioco, non trovandone una che mi piacesse, e così ho fatto un sacco di cazzate
)