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Old 01-09-2009, 09:02   #102
juninho85
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Unione Sarda - Il Cagliari è un rebus insoluto
Il Cagliari è ancora un'incompiuta e dovrà trovare dentro di sé le forze per ritrovare l'identità perduta. La sconfitta con il Siena ha evidenziato l'errore commesso durante l'estate: non si è capito, in sostanza, che le partenze di tre titolari come Bianco, Fini e Acquafresca avrebbero snaturato la squadra. Sarebbe stata necessaria una rifondazione su basi diverse, senza rimpiangere il passato ma con la consapevolezza che si ripartiva da zero o quasi. Sarebbe ingeneroso addossare le colpe su Larrivey, fischiato impietosamente dal pubblico del Sant'Elia. I problemi sono più profondi e vanno affrontati con determinazione.
Il Cagliari, paradossalmente, ha disputato una buona mezzora di gioco. Palleggio rapido, attenzione nella fase difensiva, entusiasmo. Questo nonostante le scelte di Allegri (Biondini mezzala destra e Lazzari a sinistra) non siano sembrate azzeccate. Biondini ormai si trova meglio dall'altra parte del campo, mentre Lazzari ha confermato di poter essere decisivo a partita iniziata ma di essere meno efficace quando gli si affidano maggiori responsabilità. La scelta del tecnico è stata dettata dal fatto che egli è ancora alla ricerca del regista avanzato, ruolo in cui nella scorsa stagione ha brillato Fini. Perduto lui (e questo è stato il primo errore dell'estate), la società ha invano cercato il sostituto. Ingaggiato Barone, ci si è illusi che potesse essere egli la soluzione, senza considerare che l'ex granata ha caratteristiche differenti. Barone è abile negli inserimenti in area (quando avrà ritrovato “la gamba”, perduta negli anni di Torino) ma non è portato ai cambi di gioco che chiede Allegri, né a dettare i tempi della manovra. È un giocatore bravo ed esperto ma diverso da Fini. Come il neo rossoblù Dessena e Lazzari. Inutile il tentativo di Allegri di spostare l'asse del gioco a sinistra, nella zona, appunto di Lazzari. Preso atto dell'impossibilità di ricreare le condizioni del passato con giocatori diversi, all'allenatore spetta il compito di trovare soluzioni alternative. Un'eventualità che non preoccupa Allegri: «In un modo o nell'altro, a metà campo sistemeremo le cose», ha detto a più riprese.
Di più difficile soluzione il problema dell'attacco che segna a dir poco con il contagocce. I numeri sono chiari, il Cagliari è andato a bersaglio con facilità soltanto nelle amichevoli più agevoli. Con l'Alghero (Seconda Divisione), la Fiorentina e il Catania, la Triestina (serie B) e il Livorno la prima linea è rimasta a secco. E il primo gol in campionato, quello di Jeda che ha provvisoriamente riaperto la partita con il Siena prima che Reginaldo le mettesse una pietra tombale sopra, è arrivato su rigore.
I motivi della sterilità offensiva sono tanti e complessi. La manovra, per i motivi descritti prima, non è fluida e efficace come prima e, di conseguenza, le occasioni da gol sono inferiori per numero e qualità. Manca, per il momento, uno stoccatore implacabile, un uomo che dia sempre la sensazione di poter far male all'avversario, di poter riuscire, anche in assenza di un gioco continuo, di poter levare le castagne dal fuoco. Il confronto con il Siena, sotto questo profilo, è stato impietoso. La squadra di Giampaolo, ben organizzata tatticamente, non chiama alla manovra offensiva (se non in rare occasioni) le mezzali e i terzini, ma l'affida solo alle due punte e al trequartista (domenica erano Ghezzal, Calaiò e Maccarone) che danno sempre l'impressione di poter segnare. Con pochi sforzi offensivi, il Siena ha raccolto il massimo risultato.
E il Cagliari? Le folate di Pisano e Agostini, gli inserimenti di Biondini e Lazzari, il dannarsi di Cossu per partorire il topolino, ovvero, un sinistro di Agostini deviato con la mano da Ghezzal che ha provocato il rigore. Troppo poco. Sbagliato addossare su Larrivey il peso di fare gol, sbagliato sostituire Acquafresca con un attaccante (Nenè) che sembra avere i numeri ma che proviene da un campionato, quello portoghese, a distanza siderale da quello italiano per abitudini, comportamenti, difficoltà. Serviva un attaccante pronto, italiano o che gioca da tempo in Italia, che reggesse la baracca, in attesa di verificare i progressi di Nenè e Larrivey. Di questo aveva bisogno la squadra, di un centravanti affidabile, di rendimento, capace di infondere coraggio ai compagni e di dargli la sensazione che gli sforzi non sarebbero stati inutili. Con questo stato mentale, forse, non avremmo visto i gol, francamente allucinanti, subiti da Calaiò e Reginaldo.
Individuare la via d'uscita non sarà facile. Allegri avrà tempo per pensarci durante la pausa ma i margini di manovra sono ristretti. Larrivey è sfiduciato e fischiato, Nenè non può essere visto come il salvatore della patria, Jeda è in ritardo, Matri ha confermato di essere una buona seconda punta ma di avere anche scarsa dimestichezza con il gol. Trovare le reti indispensabili per salvarsi sarà un'impresa ardua. Servono compattezza e collaborazione tra società, staff tecnico e giocatori. Altrimenti, sarà una via crucis.

La Nuova Sardegna - Arriva Dessena, beffa per Ariaudo
Arriva Daniele Dessena. Beffa per Lorenzo Ariaudo. Il mercato del Cagliari si conclude con l’acquisto del centrocampista della Sampdoria, mentre per il difensore della Juventus, la documentazione non è stata presentata nei tempi tecnici all’ufficio tesseramenti della Figc. La società bianconera è stata impegnata fino all’ultimo nella trattativa con l’Olimpique Lione per l’acquisto di Fabio Grosso, distraendosi e forse “dimenticando” dell’accordo già raggiunto col Cagliari. Ariaudo sarebbe stato ceduto in prestito, ma sarà csotretto a restare a Torino, dove non avrà molti spazi.
E sempre all’ultimo momento è saltato il passaggio di Michele Canini alla Lazio. Cellino e Lotito non hanno fatto un passo indietro, così l’accordo è sfumato per una differenza, tra offerta e richiesta, di 500mila euro. Ma visto come sono andate le cose per Ariaudo, forse è meglio che il difensore resti in maglia rossoblù.
L’acquisto di Dessena (a titolo definitivo), invece, è stato concluso nel primo pomeriggio. Un giocatore che il Cagliari ha inseguito fin dalle prime battute del mercato e che a un certo punto sembrava destinato altrove. Lo stesso Massimo Cellino aveva praticamente rinunciato. Invece, negli ultimi giorni, la trattativa con la Sampdoria si è riaperta ed è stato conclusa in poche ore.
«Il Cagliari è la società che risponde in pieno alle sue qualità», aveva detto poco prima di chiudere la trattativa l’amministratore delegato della Sampdoria Beppe Marotta. «Sono molto, molto contento. Sono felice che finalmente questa telenovela si sia conclusa in queste ultime ore di mercato», afferma il giocatore. «E’ stata durissima, come una partita. Tutti dicevano che Cagliari sarebbe stata la piazza ideale per me. Me lo consigliavano i compagni di nazionale: Pisano, Acquafresca, lo stesso Zola. Ritengo un onore indossare la maglia rossoblu».
«Ho sempre giocato da mezzo destro, sia col Parma che in nazionale», prosegue il centrocampista. «Ricordo il Cagliari l’anno scorso con la Sampdoria: una squadra rivelazione che ci mise in grave difficoltà. Bisogna mantenere lo stesso spirito e la stessa grinta per raggiungere la salvezza. Dei nuovi compagni conosco bene Astori. Ho una voglia pazzesca di giocare - conclude Dessena - soprattutto di affrontare le mie ex squadre. Voglio iniziare subito ad allenarmi, perchè tutto questo tempo in attesa mi ha fatto stare male. Adesso riparto con un entusiasmo che in questo momento non riesco nemmeno a quantificare».
Con l’arrivo di Dessena, il Cagliari potrebbe aver finalmente colmato la lacuna dopo la partenza di Michele Fini. Il centrocampista di Parma, come caratteristiche tecniche, è quello che si assomiglia di più all’esterno di Sorso, passato a Siena e avversario dei rossoblù l’altro ieri al Sant’Elia.
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