Parte IV – Toshiba Satellite Pro A30-C-135 da vicino
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Da un Portile professionale non aspettatevi particolari raffinatezze estetiche; unica chicca la lega di magnesio per il dorso dello schermo.
I led Toshiba li ha comperati piccolissimi (costavano meno) e tutti dello stesso colore ed i simboli delle funzioni di detti led sono incisi sotto il bordo così si è tranquilli di non vederli proprio; ergo bisogna imparare a memoria che cosa indicano.
Unica concessione il led Power On si commuta in giallo durante la carica.
Un classico è poi avere un alimentatore microscopico, del resto con quella batteria lillipuziana non è che ci vuole gran che ad alimentarla, ma dotato di presa tripolare il che equivale ad avere un cavo per il 220V dimensioni gomena da nave, ingombrante nella borsina di trasporto.
Il manuale riporta che in certi Paesi può essere dato l’alimentatore col sottile cavo bipolare; non è il mio caso.
Aaah! Un ledduccio sull’alimentatore per indicare che è in tensione proprio no? Ma non scherziamo, costa.
Il M.2 è della Samsung e non è venduto al pubblico ma realizzato esclusivamente per gli OEM ovvero per i Costruttori; Toshiba e Samsung hanno affrontato la difficile prova di creare un disco che costasse il meno possibile con le prestazioni più schifose possibili. Ci sono riusciti ve lo assicuro.
Altro difetto è .. lo schermo.
Nell’annuncio di Giugno si parlava di modelli con risoluzione opzionale Full HD; mai usciti. Per cui lo schermo di tutta la serie è un 1366x768 non esaltante ma pienamente sufficiente per lavoro; va già bene che almeno lo schermo è opaco.