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Old 20-02-2012, 22:45   #97
pozz82
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Originariamente inviato da pocket Guarda i messaggi
Mi ero ripromesso di non rispondere a questo topic, ma ogni volta che l'occhio scorre la lista delle discussioni, va a finire sempre qui.

Alla fine vuoto il sacco ed è interessante farlo senza dire chi sono, visto che a volte il nome e cognome è un peso che impedisce di esprimersi liberamente (tranquilli non sono il figlio di Bresson).

Dunque, ho iniziato a fotografare perchè credo che sia stato uno dei miei tanti modi di osservare chi mi circonda. Da quando ero un poppante "l'ominide" mi ha sempre attratto (non fosse altro perchè appartengo alla sua stessa razza). L'ho osservato dalle pagine dei libri, dai racconti dei miei genitori, dalle esperienze di vita e per strada.

Dalla passione per l'osservazione dell'ominide in strada e da una certa "noia" che mi ha sempre accompagnato sin dalla tenera età era nata la passione per la fotografia di strada che, devo confessare, ho iniziato a praticare esclusivamente sull'onda di un sincero e grande entusiasmo.

Rielaborare la realtà con la composizione fotografica era molto intrigante, un ottimo rimedio per superare la già menzionata noia. Altrettanto stimolante era confrontarsi con gli altri mostrando quello che io avevo visto in strada e che, forse, gli altri non avevano colto. Anche in questo caso una sincera voglia di condivisione mi ha mosso quando ho iniziato a mostrare le mie foto agli altri.

Ho iniziato il "cammino" che passa per i vari forum di fotografia, poi per i gruppi di appassionati che ho incontrato in carne ed ossa e con cui ho preso parte a varie uscite fotografiche, per arrivare ad alcune pubblicazioni su riviste del settore ed alle immancabili mostre (che al giorno d'oggi possono fare cani e porci, sia chiaro).

Morale della favola, dopo la fase della condivisione, sono passato a quella della cancellazione di ogni traccia del mio passaggio, dell'interruzione dei rapporti con i gruppi di "amici", per arrivare a mettere da parte la cam ed usarla solo per lavoro. All'origine di tutto una profonda delusione per essermi reso conto che il fotoamatore "l'è una brutta bestia", che il mondo è sempre più popolato da emuli di bresson che credono di aver toccato l'apice dopo aver fatto qualche foto al tramonto e non un po' di sana gavetta a fotografare le cacchine per strada per la più squinternata agenzia fotografica che ti fa lavorare a costo zero, per aver constatato che io ero uno "di quelli bravi", ma solo perchè un critico compiacente aveva stabilito che lo ero (perchè nell"arte" l'oggettività non esiste).

Tirate le somme mi ritrovo solo con il ricordo dell'entusiasmo inziale con cui osservavo il mondo dal mirino della cam (entusiasmo ormai trasformato in delusione) e forse con il sogno (irrealizzabile) di mollare tutto e tutti ed andare a fare street da vendere su una bancarella di Camden Town.

Beh, per farla breve, si scatta perchè la fotografia è come un ponticello di fortuna tra noi e gli altri. Attenzione a non amarla troppo, però, perchè può portare cocenti delusioni.
Dov'è il tasto "mi piace" ???? ;-)

Visto che siamo in vena di confessioni anch'io dico la mia...
Ho quasi 30 anni, ho cominciato a fotografare più o meno 2 anni fa. Un tempo ritenevo le foto inutili perchè incapaci di emulare anche solo lontanamente un ricordo di un luogo o di un momento che è molto di più di una semplice immagine. Poi ho cambiato idea (anche se non del tutto).
La mia prima macchina è stata ed è tuttora (per il digitale) una compatta fuji. Dopo un iniziale euforia fatti di migliaia di scatti ho cominciato come molti a ritenere il mezzo non più idoneo alla mie esigenze e presunte capacità e ho cominciato a rincitrullirmi di prove/preview/recensioni/test di tutte le macchine prodotte. Il caso mi ha fatto arrivare in mano una vecchia Bencini anni 60 dello zio di mia madre e poi passata a mio padre (entrambi scomparsi).
Usare un oggetto totalmente meccanico, privo di automatismi, senza neanche l'esposimetro, toccato e usato da altri prima di me per 40 anni mi ha dato una sensazione incredibile di libertà. Dopo quel primo rullino sono arrivate molte altre macchine (anche troppe) polaroid, reflex, telemetro, plasticone russo, ecc...
In digitale ormai non scatto quasi più. La mia compagna di viaggio è quasi sempre una reflex konica col suo 50mm, nient'altro. Non è una questione di differenza di qualità tra analogico e digitale, ho capito che se voglio migliorare e tirare fuori il meglio di me devo togliermi di dosso tutto ciò che non è essenziale: pensare prima di scattare, usare i piedi per cercare la composizione giusta, interpretare la luce, avere gli scatti contati. Di un rullino spesso salvo solo qualche foto ma vedere realizzata un'immagine proprio come me l'ero immaginata prima di scattarla è una soddisfazione incredibile!

Buona luce a tutti
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