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Originariamente inviato da cubamito
Mi dispiace ma su questo non sono d'accordo. Purtroppo Tim sta imponendo l'acquisto del modem ai nuovi utenti dalla scorsa estate e, fino a prova contraria, questi soldi vanno comunque dati.
E' come se acquistassi uno smartphone con operatore di telefonia mobile. Se quello ti cambia il contratto che fai, te lo tieni gratis? Oppure lo restituisci? Magari 
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Purtroppo Tim sta imponendo l'acquisto del modem ai nuovi utenti dalla scorsa estate e, fino a prova contraria, questi soldi vanno comunque dati.
In effetti hai ragione ma fino a che punto?
Mi spiego citando una 'pillola' di AGCOM:
"Trattandosi di recesso indotto da una scelta dell'operatore e non da una libera decisione dell'utente, il recesso avverrà senza addebito dei relativi costi. Un costo potrebbe essere sostenuto nel caso in cui insieme al servizio l'utente abbia ricevuto un apparato il cui pagamento è ancora in corso (per esempio, un cellulare che sta pagando a rate), tuttavia l'importo richiesto dovrà essere
strettamente limitato al valore residuo dell'apparato."
fonte:
https://www.agcom.it/pillole-informative# "Modifiche alle condizioni contrattuali"
Quale è il valore residuo se esercito il recesso di un apparato il cui costo nel libero mercato è di circa 40/50 € mentre invece Tim lo vende anzi lo impone in vendita abbinata per accedere al suo servizio di ADSL/VDSL e fonia VoIP ad un prezzo variabile tra i 57 ed il 187 EUR?
(e lo si inferisce anche dai costi del medesimo
smartmodem wifi quando il consumatore è già cliente e paga €1.19 * 48 rate e non €3.90 *48).
E' del tutto arbitario per Tim sopravvalutare il modem venduto in vendita abbinata, specie per i nuovi clienti. Vorrei proprio vedere se un nuovo cliente dopo aver pagato ad esempio 3 mesi ovvero €3.90*3, si trovasse a recedere ex art 70 c.4, cosa succederebbe se corrispondesse a Tim, solo 'strettamente il valore residuo' del modem, ovvero una trentina/quarantina di euro. Tale valore dobbiamo
davvero considerarlo alla stregua delle 45 rate residue previste dal contratto su un
prodotto imposto da Tim a prezzo fuori mercato? Credo proprio di no.
Anzi ci sono gli estremi per far rilevare come le rate per lo smart modem siano un'espediente per cammuffare parte di costi di attivazione: il già cliente paga il medesimo modem €57.12 mentre i nuovi clienti lo pagano €187.2. Quindi chi paga fondamentalmente il giusto è il già cliente che si ritrova a pagare a rate in valore di mercato (con relativi interessi a 4 anni).
Mi dirai che la voce di attivazione in realtà viene citata nel contratto come 'contributo di attivazione Tim Smart Fibra' che per i nuovi clienti viene scontata da €49 a 0 mentre per i già clienti da €98 viene scontata a €49. Non c'è qualcosa che palesemente non torna?
Come fai a giustificare che spendi di meno per attivare una Smart Fibra di un nuovo cliente piuttosto che di un già cliente? Chiaramente è solo marketing. Ma questa è altra storia...
Tornando al discorso modem, credo che sarebbe contrario al codice del consumo vessare il consumatore con l'esborso di rate residue che non sono giustificative del valore residuo del prodotto acquistato ma un pretestuoso modo di far pagare in modo subdolo il costo rimanente dell'attivazione/disattivazione del servizio di cui si è effettuato il recesso -- e per di più in questo caso a causa della modifica delle condizioni di contratto decise unilateralmente dal gestore. Come consumatore posso anche sobbarcarmi l'obbligo per 48 mesi di pagarti un prodotto ad un prezzo spropositato ma tu operatore allora devi rispettare il servizio che mi prometti per 48 mesi potrò usare quel prodotto alle condizioni di firma iniziale. Se fai diversamente, me ne vado 'senza costi' o almeno quelli che sono ragionevolmente corretti, cioè il
reale valore residuo del modem. Ed in questo caso specifico non può essere applicabile pari-pari la sentenza del Consiglio di Stato del 2010 perchè il contesto dei rapporti tra consumatore che recede vs. gestore sono decisamente diversi nel caso di recesso ex art 70 c4 del codice delle comunicazioni elettroniche.
Il tutto senza contare che trattasi di un modem brandizzato che potrei non poter utilizzare con un altro gestore, diversamente da uno smartphone.
E sarebbe interessante portare tutto ciò davanti all'AGCOM ed al Co.Re.Com.
Ci vorrebbe un'associazione consumatori coraggiosa con un buon avvocato che portasse avanti la questione, giàcchè, tra l'altro,
tale modem viene imposto al consumatore in violazione della direttiva 2008/63/CE del 20 giugno 2008, già attuata con il decreto legislativo n. 198 del 2010, citata nell'interpellanza 2/01600, poi divenuto emendamento al senato 1.1 al ddl 2484
http://www.senato.it/japp/bgt/showdo...eg=17&id=47153; iter in senato aggiornato
QUI , nonchè contraria al Regolamento (UE) 2015/2020. Il termine per adeguarsi alla norma comunitaria è scaduto il 31 dicembre 2016.
Per concludere, citando il grassetto che ho evidenziato nella tua domanda, tutta la questione è dunque ben diversa dall'acquisto di uno smartphone abbinato ad un pacchetto di telefonia e dati, quando il gestore decidesse di cambiare le condizioni contrattuali.