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Originariamente inviato da claudioborghi
E quello che questa osservazione non dice e' che questa inversione si ebbe perche' in quell'anno fu caricato sul debito tutto l'ammontare dei debiti fuori bilancio, fra cui il famigerato debito ferrovie di cui il topic,
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Non lo dice perchè, sempre nello stesso intervento, avevo anche scritto:
Sul debito ISPA, non è difficile ricordare che questa operazione creativa fu fatta per scorporare quella parte di debito dal debito pubblico, cioè con l'unico scopo di ridurre artificiosamente quest'ultimo.
Questa creatività NON è stata accettata da Eurostat.
Senza l'invenzione creativa ISPA questi
debiti fuori bilancio sarebbero stati caricati già negli anni precedenti, ma non sarebbero scomparsi.
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che di certo non dipendeva esclusivamente da impegni e spese congegnate dal centrodestra (vedi contratto quadro 2001 - 2005 con le fs firmato da Visco prima di alzare le tende)
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Non l'ho detto. E in ogni caso non vedo cosa ci sia di negativo: non erano e non sono una priorità le infrastrutture definite "grandi opere" necessarie per lo sviluppo del paese?
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Sulla preferenza del valore assoluto rispetto alla variazione percentuale... e' una tua rispettabile opinione.
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Il punto focale, che forse è sfuggito, non era affatto una opinione:
(lo adatto a questo intervento)
Una volta calcolato come si vuole il bilancio del rapporto debito/PIL italiano durante i 2 lustri considerati, confrontarlo con l'analogo andamento dell'EU15 ha ben poco senso.
Se si usa un valore percentuale, il risultato è falsato evidentemente dal fatto che in una serie con valore iniziale più basso, rispetto ad una serie con valore iniziale più alto (a parità di variazioni di punti base) ogni variazione percentuale risulterà amplificata.
Ma anche utilizzando le variazioni di punti base il confronto ha poco senso se si ricorda cosa rappresentano tali valori e le differenti dinamiche che hanno agito nel conseguirli.
Sappiamo che il patto di stabilità richiede agli stati un valore del rapporto debito/PIL pari o inferiore al 60%.
La linea di azione adottata dai vari governi per il raggiungimento di tale obiettivo può seguire, mi si perdoni la semplificazione al massimo, 2 linee:
- se si è lontani dall'obiettivo: sforzo per avvicinarsi il più rapidamente possibile al valore limite;
- se si è nei pressi dell'obiettivo: galleggiamento intorno al valore limite.
Nei due lustri considerati (e ancora adesso), l'Italia ha adottato (e può adottare) solo la prima linea.
Invece la media dell'EU15, che parte nel 1996 da un 71,7 per arrivare nel 2001 nei pressi del valore di soglia 62,2 ha in quel quinquennio adottato la prima linea che l'ha portata al raggiungimento del valore di soglia.
Da allora galleggia ha potuto adottare la seconda, galleggiando intorno a tale valore, tanto che nel 2006, complice anche il ciclo economico non eccezionale, si ritrova al 62,8.
A sostegno di questa mia considerazione, riporto anche una osservazione del noto economista Claudio Borghi: "Tutti i dati sono distorti dalla "strutturalita'" del debito di base che comporta che oltre un certo livello gli stati non siano piu' interessati a farlo calare".
Ciao
Federico