Quote:
Originariamente inviato da bigiagia
Come seguito dell'altra discussione sulla fotografia come linguaggio
artistico iniziata qui:
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1456637
integro queste due immagini dell'utente di un forum di fotografia,
Silvano Romanelli, alias Silvsrom.
L'ultima primavera

Dolci forme
Il risultato è subdolo ed evocativo. La vita e la morte si
intrecciano, attraverso sapienti dosaggi di luce anche millimetrici.
Il risultato non è la foto di un paesaggio, ma la foto di una idea
di paesaggio, più interiore che esteriore. Sembra quasi un paesaggio
chiuso in una stanza,una scenografia, decisamente claustrofobica.
Molto fotografico ma anche poco fotografico. In queste foto è facile cadere nella trappola dell'effetto belloccio, zuccheroso e romantico. Ma
Silvsrom ne è rimasto immune. Ogni effetto è misurato solo in funzione
di una idea da esprimere.
La seconda foto, dolci forme, è stupefacente nella sua ordinaria e banale
rappresentazione. Siamo circondati ovunque da paesaggi così.
Qui la bravura sta nel trovare il giusto taglio, i giusti ingredienti, la
giusta luce che qui è diffusa, senza ombre, quindi difficile da gestire.
Ma Silvsrom sembra riuscire a cogliere nella quotidianità una sorta di
astrazione superiore, dove si raccolgono quiete e silenzi.
Ringrazio Silvano Romanelli per la gentile concessione alla pubblicazione
delle due immagini.
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concordo appieno con bigiagia, le due foto, o per meglio dire, immagini, che abbiamo quì sopra non rappresentano la realtà, ma la interpretano...
quella sensazione che provo io nel osservare la prima è esattamente un senso di oppressione, sciacciato dal cielo, dalla solitudine storta dell'albero che muore... senza una salvezza ulteriore... si svolge tutto in un attimo, fermo nell'eterno presente, chuso in uno spazio delimitato..... e poi tutto ... tace.
Avete notato che non si sentono i suoni, in questa immagine?
C'è un silenzio struggente...
Nella seconda la tristezza e la solitudine peggiorano, ci sono anche i colori a non aiutare per niente, scialbi e scarsamente contrastati , in un grigiore... disuniforme... in questa foto fa caldo, ma è un caldo umido , fastidioso e sento le mosche infastidire il mio orecchio, e mi agito per mandarle via, mentre, a piedi, percorro la lunga strada verso il nulla...
ringrazio bigia per la scelta delle immagini...
ciao
albe