jumpermax
26-04-2005, 22:42
se confermata questa potrebbe essere una notizia importante...
http://it.health.yahoo.net/NewsArticle.asp?a=11428&M=212%7C2%7C1
Leucemia infantile: causata da banali virus?
martedì 26 aprile 2005, Il Pensiero Scientifico Editore
La leucemia infantile è probabilmente scatenata da banali infezioni contratte nei primi anni di età e potrebbe essere prevenuta favorendo l’attività sociale dei neonati: lo svela uno studio decennale inglese analizzato dalla rivista Nature e dal British Medical Journal.
Sulle cause scatenanti della leucemia infantile si è sempre svolto un acceso dibattito: alcuni hanno suggerito che la patogenesi sia influenzata dall’esposizione a radiazioni o agenti chimici, altri hanno accusato le onde elettromagnetiche e i tralicci dell’energia elettrica. Ma lo United Kingdom Childhood Cancer Study, una ricerca che ha raccolto e analizzato informazioni su oltre 10.000 bambini (1737 affetti da leucemia) ha concluso che le infezioni sono un fattore molto più influente dell’inquinamento chimico, radioattivo o elettromagnetico.
Un terzo dei casi di tumore sotto i 15 anni riguarda la leucemia, che colpisce soprattutto i Paesi industrializzati. La malattia colpisce prevalentemente i bambini dai 2 ai 4 anni di età ed è trattata con una chemioterapia aggressiva. Circa l’80 per cento dei pazienti ha una sopravvivenza superiore ai 5 anni. Già negli anni ’20 era stato ipotizzato un collegamento tra la leucemia e infezioni come il morbillo. Negli anni ’70 i ricercatori avevano scoperto che i virus erano responsabili dell’insorgere della leucemia nei gatti e cavalli, e di una rara forma leucemica diffusa prevalentemente tra gli adulti in Giappone. Ma ci è voluto lo United Kingdom Childhood Cancer Study per convincere gli studiosi che tra le infezioni virali e la maggior parte delle forme di leucemia c’è un legame.
“Le infezioni causano una proliferazione dei globuli bianchi nel midollo osseo nel quadro della normale risposta immunitaria”, spiega Mel Greaves dell’Institute of Cancer Research di Londra ala rivista Nature. “In coloro che sono geneticamente predisposti alla leucemia, l’infezione causa una proliferazione incontrollata di cellule che conduce al tumore”.
I ricercatori inglesi aprono però anche le porte alla speranza: secondo Greaves l’esposizione agli agenti patogeni durante il primo anno di vita può aiutare il sistema immunitario del bambino a prevenire l’insorgere della leucemia. “L’incidenza di leucemia infantile nella Germania dell’Est prima della riunificazione era minore di un terzo che nella Germania dell’Ovest, per esempio”, spiega lo scienziato. “Questo potrebbe essere dovuto almeno in parte alla consuetudine presente in Germania dell’Est di mandare ogni bambino, al compimento dei 3 mesi di vita, in asilo-nido, esponendolo ad una salutare dose di agenti patogeni”.
La tesi della prevenzione basata sull’esposizione in età precocissima agli agenti patogeni è confermata anche dall’analisi dei dati dello United Kingdom Childhood Cancer Study effettuata da un team di ricercatori guidato da C. Gilham, statistico del Cancer Research UK Epidemiology and Genetics Unit di Sutton e pubblicata dal British Medical Journal: livelli crescenti di attività sociale dei neonati sono risultati associati a una consistente riduzione di rischio di leucemia linfoblastica acuta. Viceversa, una ridotta esposizione alle infezioni derivanti dal contatto con gli altri bambini fa correre ai neonati un alto rischio di sviluppare la malattia negli anni seguenti.
Fonte: Khamsi R. Common
http://it.health.yahoo.net/NewsArticle.asp?a=11428&M=212%7C2%7C1
Leucemia infantile: causata da banali virus?
martedì 26 aprile 2005, Il Pensiero Scientifico Editore
La leucemia infantile è probabilmente scatenata da banali infezioni contratte nei primi anni di età e potrebbe essere prevenuta favorendo l’attività sociale dei neonati: lo svela uno studio decennale inglese analizzato dalla rivista Nature e dal British Medical Journal.
Sulle cause scatenanti della leucemia infantile si è sempre svolto un acceso dibattito: alcuni hanno suggerito che la patogenesi sia influenzata dall’esposizione a radiazioni o agenti chimici, altri hanno accusato le onde elettromagnetiche e i tralicci dell’energia elettrica. Ma lo United Kingdom Childhood Cancer Study, una ricerca che ha raccolto e analizzato informazioni su oltre 10.000 bambini (1737 affetti da leucemia) ha concluso che le infezioni sono un fattore molto più influente dell’inquinamento chimico, radioattivo o elettromagnetico.
Un terzo dei casi di tumore sotto i 15 anni riguarda la leucemia, che colpisce soprattutto i Paesi industrializzati. La malattia colpisce prevalentemente i bambini dai 2 ai 4 anni di età ed è trattata con una chemioterapia aggressiva. Circa l’80 per cento dei pazienti ha una sopravvivenza superiore ai 5 anni. Già negli anni ’20 era stato ipotizzato un collegamento tra la leucemia e infezioni come il morbillo. Negli anni ’70 i ricercatori avevano scoperto che i virus erano responsabili dell’insorgere della leucemia nei gatti e cavalli, e di una rara forma leucemica diffusa prevalentemente tra gli adulti in Giappone. Ma ci è voluto lo United Kingdom Childhood Cancer Study per convincere gli studiosi che tra le infezioni virali e la maggior parte delle forme di leucemia c’è un legame.
“Le infezioni causano una proliferazione dei globuli bianchi nel midollo osseo nel quadro della normale risposta immunitaria”, spiega Mel Greaves dell’Institute of Cancer Research di Londra ala rivista Nature. “In coloro che sono geneticamente predisposti alla leucemia, l’infezione causa una proliferazione incontrollata di cellule che conduce al tumore”.
I ricercatori inglesi aprono però anche le porte alla speranza: secondo Greaves l’esposizione agli agenti patogeni durante il primo anno di vita può aiutare il sistema immunitario del bambino a prevenire l’insorgere della leucemia. “L’incidenza di leucemia infantile nella Germania dell’Est prima della riunificazione era minore di un terzo che nella Germania dell’Ovest, per esempio”, spiega lo scienziato. “Questo potrebbe essere dovuto almeno in parte alla consuetudine presente in Germania dell’Est di mandare ogni bambino, al compimento dei 3 mesi di vita, in asilo-nido, esponendolo ad una salutare dose di agenti patogeni”.
La tesi della prevenzione basata sull’esposizione in età precocissima agli agenti patogeni è confermata anche dall’analisi dei dati dello United Kingdom Childhood Cancer Study effettuata da un team di ricercatori guidato da C. Gilham, statistico del Cancer Research UK Epidemiology and Genetics Unit di Sutton e pubblicata dal British Medical Journal: livelli crescenti di attività sociale dei neonati sono risultati associati a una consistente riduzione di rischio di leucemia linfoblastica acuta. Viceversa, una ridotta esposizione alle infezioni derivanti dal contatto con gli altri bambini fa correre ai neonati un alto rischio di sviluppare la malattia negli anni seguenti.
Fonte: Khamsi R. Common