majin mixxi
24-01-2004, 19:06
Michele Arnese per "il Mondo"
È a Sant'Ilario d'Enza, in provincia di Reggio Emilia, la sede della società da Guinness dei primati: con 199 miliardi di euro (sì, proprio miliardi di euro, cioè 385 mila miliardi di lire) Avatar spa vanta il maggior capitale sociale del mondo. Per fare un paragone, basti pensare che il capitale dell'Eni è di 4 miliardi e la Danimarca ha un Pil di 155 miliardi.
Le sorprese, però, non finiscono qui. Gli uffici di Avatar, nel paesino di 9 mila abitanti, sono in via Marconi 10, secondo il Registro delle imprese. Ma in via Marconi 10, Avatar non esiste. In paese si viene invece indirizzati su via XXV Aprile 2/az: megacancello, e un vialone con bandiere di tutti gli Stati (in primo piano quella pacifista) che conduce a una villa settecentesca. Al citofono, di Avatar neppure l'ombra: risulta invece Carisma spa. C'è una targa societaria, ma è di un'altra azienda, la Stellar. «Sì, è qui la sede di Avatar», conferma però una voce femminile al citofono.
Carisma e Stellar sono due delle società della galassia costruita da Rodolfo Marusi Guareschi, 54 anni, di Salsomaggiore (Parma). Ed è Marusi Guareschi il deus ex machina di Avatar, «holding di partecipazioni pura»: non ha cariche, non risulta azionista, ma sul sito Internet firma comunicati come «il presidente». Una holding di tipo domestico.
Alla guida dell'azienda dei record (con zero dipendenti) sono in tre: il consigliere Tristano Marusi Guareschi (figlio di Rodolfo), il presidente Valerio Marusi Guareschi (anche lui figlio di Rodolfo), e l'ad Cheti Franceschi.
In paese dicono che Cheti Franceschi è stata la segretaria di Marusi e ora è la sua compagna. Per la società, invece, Franceschi «è la maggiore conoscitrice del programma Holos di cui fa parte Avatar». Forse per questo Franceschi non gestisce solo Avatar: è amministratrice unica di altre 465 società, metà delle quali con sede a Parma, tutte nella stessa via e allo stesso civico (molte non sono operative, tengono però a precisare). Ma che cos'è il programma Holos? Si tratta di una serie di iniziative tra le quali c'è la fondazione della Repubblica della Terra.
Una stramberia? Nient'affatto, garantiscono dalla società dei primati: loro lavorano per costruire un governo democratico mondiale. In attesa dell'evento, Avatar dice di aver collocato all'estero bond convertibili per 45 miliardi di euro (attenzione, sempre miliardi e non milioni), e siccome sono stati convertiti, il capitale è passato in un batter
d'occhio da 154 a 199 miliardi. I 45 miliardi serviranno secondo Avatar per realizzare sette progetti, elencati nel verbale dell'assemblea straordinaria rogato dal notaio di Milano, Massimo Mezzanotte. Eccone alcuni: un nuovo sistema informativo via etere che consentirà di comunicare anche agli analfabeti; un'auto con decollo verticale; la conversione dell'industria bellica; la soluzione del problema dell'acqua sul pianeta.
Tre gli azionisti di Avatar: Holos ha oltre il 90%, il resto se lo dividono Evam e Avagam. Holos, Evam e Avagam hanno sede in Lussemburgo, nella stessa via (avenue du Bois 13) e tutte e tre sono domiciliate presso la società di certificazione Sgf group. Due le partecipazioni di Avatar accertate dal Mondo: il 100% di Siras (stesse caratteristiche di
Holos, Avagam ed Evam), e una quota di minoranza di Maguro, una spa inquisita nel 2000 dalla magistratura a causa di progetti-fotocopia per l'utilizzo di fondi statali al Sud (la società ha sempre respinto i rilievi).
La famiglia Marusi, al di là degli intrecci esteri, non dimentica però l'Italia: pensa infatti di costruire una nuova sede di Avatar. Per questo emetterà entro il 31 marzo, questa volta sul mercato italiano, un prestito obbligazionario di 50 milioni, nonostante il momento poco felice per questo strumento finanziario. E la Consob? È cauta: «Abbiamo accertamenti in corso». A Sant'Ilario ribattono che i bond saranno sottoscritti solo da investitori istituzionali (come nel caso dei prestiti piazzati all'estero), anche perché il taglio minimo sarà di 250 mila euro (e per questo importo non c'è obbligo di prospetto informativo). Dubbi? Per i tre membri del collegio sindacale (Pietro Mandirola, Corrado Mandirola e Giuseppe Ottobelli), è tutto ok: i documenti contabili e il bilancio sono in regola.
http://www.wcn.it/public/ImageDeport-Log/avatar_spa_tn.gif
:eek:
È a Sant'Ilario d'Enza, in provincia di Reggio Emilia, la sede della società da Guinness dei primati: con 199 miliardi di euro (sì, proprio miliardi di euro, cioè 385 mila miliardi di lire) Avatar spa vanta il maggior capitale sociale del mondo. Per fare un paragone, basti pensare che il capitale dell'Eni è di 4 miliardi e la Danimarca ha un Pil di 155 miliardi.
Le sorprese, però, non finiscono qui. Gli uffici di Avatar, nel paesino di 9 mila abitanti, sono in via Marconi 10, secondo il Registro delle imprese. Ma in via Marconi 10, Avatar non esiste. In paese si viene invece indirizzati su via XXV Aprile 2/az: megacancello, e un vialone con bandiere di tutti gli Stati (in primo piano quella pacifista) che conduce a una villa settecentesca. Al citofono, di Avatar neppure l'ombra: risulta invece Carisma spa. C'è una targa societaria, ma è di un'altra azienda, la Stellar. «Sì, è qui la sede di Avatar», conferma però una voce femminile al citofono.
Carisma e Stellar sono due delle società della galassia costruita da Rodolfo Marusi Guareschi, 54 anni, di Salsomaggiore (Parma). Ed è Marusi Guareschi il deus ex machina di Avatar, «holding di partecipazioni pura»: non ha cariche, non risulta azionista, ma sul sito Internet firma comunicati come «il presidente». Una holding di tipo domestico.
Alla guida dell'azienda dei record (con zero dipendenti) sono in tre: il consigliere Tristano Marusi Guareschi (figlio di Rodolfo), il presidente Valerio Marusi Guareschi (anche lui figlio di Rodolfo), e l'ad Cheti Franceschi.
In paese dicono che Cheti Franceschi è stata la segretaria di Marusi e ora è la sua compagna. Per la società, invece, Franceschi «è la maggiore conoscitrice del programma Holos di cui fa parte Avatar». Forse per questo Franceschi non gestisce solo Avatar: è amministratrice unica di altre 465 società, metà delle quali con sede a Parma, tutte nella stessa via e allo stesso civico (molte non sono operative, tengono però a precisare). Ma che cos'è il programma Holos? Si tratta di una serie di iniziative tra le quali c'è la fondazione della Repubblica della Terra.
Una stramberia? Nient'affatto, garantiscono dalla società dei primati: loro lavorano per costruire un governo democratico mondiale. In attesa dell'evento, Avatar dice di aver collocato all'estero bond convertibili per 45 miliardi di euro (attenzione, sempre miliardi e non milioni), e siccome sono stati convertiti, il capitale è passato in un batter
d'occhio da 154 a 199 miliardi. I 45 miliardi serviranno secondo Avatar per realizzare sette progetti, elencati nel verbale dell'assemblea straordinaria rogato dal notaio di Milano, Massimo Mezzanotte. Eccone alcuni: un nuovo sistema informativo via etere che consentirà di comunicare anche agli analfabeti; un'auto con decollo verticale; la conversione dell'industria bellica; la soluzione del problema dell'acqua sul pianeta.
Tre gli azionisti di Avatar: Holos ha oltre il 90%, il resto se lo dividono Evam e Avagam. Holos, Evam e Avagam hanno sede in Lussemburgo, nella stessa via (avenue du Bois 13) e tutte e tre sono domiciliate presso la società di certificazione Sgf group. Due le partecipazioni di Avatar accertate dal Mondo: il 100% di Siras (stesse caratteristiche di
Holos, Avagam ed Evam), e una quota di minoranza di Maguro, una spa inquisita nel 2000 dalla magistratura a causa di progetti-fotocopia per l'utilizzo di fondi statali al Sud (la società ha sempre respinto i rilievi).
La famiglia Marusi, al di là degli intrecci esteri, non dimentica però l'Italia: pensa infatti di costruire una nuova sede di Avatar. Per questo emetterà entro il 31 marzo, questa volta sul mercato italiano, un prestito obbligazionario di 50 milioni, nonostante il momento poco felice per questo strumento finanziario. E la Consob? È cauta: «Abbiamo accertamenti in corso». A Sant'Ilario ribattono che i bond saranno sottoscritti solo da investitori istituzionali (come nel caso dei prestiti piazzati all'estero), anche perché il taglio minimo sarà di 250 mila euro (e per questo importo non c'è obbligo di prospetto informativo). Dubbi? Per i tre membri del collegio sindacale (Pietro Mandirola, Corrado Mandirola e Giuseppe Ottobelli), è tutto ok: i documenti contabili e il bilancio sono in regola.
http://www.wcn.it/public/ImageDeport-Log/avatar_spa_tn.gif
:eek: