Yanis Varoufakis: dal free-to-play al no all'Europa

Yanis Varoufakis: dal free-to-play al no all'Europa

Ripercorriamo le tappe della carriera di Yanis Varoufakis, da docente a collaboratore di Valve fino a Ministro delle Finanze della Grecia in uno dei periodi in assoluto più delicati per l'economia occidentale e l'Eurozona.

di pubblicato il nel canale Videogames
Steam
 

Lavorare in Valve, il sogno di Yanis si avvera

Non è certo una novità il fatto che Yanis Varoufakis prima della politica si occupasse di videogiochi. La sua collaborazione con Valve è conosciutissima da tutti, ma forse può essere conveniente ragionare sull'apporto che Varoufakis ha dato alla nascita e allo stabilizzarsi del modello free-to-play. Sappiamo che l'ex-Ministro delle Finanze viene tratteggiato come un personaggio pittoresco, anche per aver lasciato il suo ruolo dopo uno storico no al famoso referendum anti-europeo.

Yanis Varoufakis

L'esperienza di Varoufakis con Valve iniziò nel mese di giugno 2012. Gabe Newell, boss di Valve, era proprio interessato ad assumere un economista che riuscisse a guidare la transizione verso il modello free-to-play per alcuni importanti giochi, Team Fortress 2 ma anche Dota 2, a quei tempi ancora in fase di sviluppo. Team Fortress 2 era già un gioco free-to-play, ma Valve voleva iniziare a monetizzare seriamente con questo titolo, anche per stabilire un modello consolidato da cavalcare poi con Dota 2.

Ai tempi Varoufakis aveva già lavorato in politica e insegnava all'Università di Atene, ma non era proprio fra gli economisti più conosciuti al mondo. Newell, però, fu attratto dai suoi studi sulle valute condivise.

Quello che Valve voleva creare era un sistema basato sul valore condiviso dei contenuti appartenenti a giochi diversi, imperniato proprio su Team Fortress 2, che a quei tempi era uno dei titoli più giocati su Steam. Insieme a Varoufakis fu studiato questo sistema: sulla base delle loro prestazioni e sul conseguimento di particolari obiettivi i giocatori potevano ottenere oggetti di valore scambiabili con altri oggetti di valore appartenenti a Team Fortress 2 o ad altri giochi, ma anche con giochi interi.

Team Fortress 2 sarebbe rimasto accessibile gratuitamente per coloro che non erano intenzionati a pagare, ma senza poter disporre degli oggetti di valore scambiabili. Per tutti era però a disposizione lo store tramite il quale poter acquisire oggetti estetici o capaci di migliorare le prestazioni in-game.

Sappiamo che il modello free-to-play da quel momento in poi divenne estremamente popolare ed è stato adottato da un numero sempre maggiore di produttori di videogiochi, diventando un punto di riferimento soprattutto in ambito mobile. Ma quel modello di Team Fortress 2 basato sull'arbitraggio, ovvero sul sistema finanziario per il quale si acquista un oggetto di valore e lo si rivende su un altro mercato per ottenere un guadagno, non ha ottenuto lo stesso successo e, anzi, anche alla luce dei recenti fatti in Grecia, qualcuno inizia a considerarlo bislacco.

Nel 2012 Newell assunse Varoufakis anche se non aveva esperienze pregresse nel mondo digitale e in quello dei videogiochi, proprio per i suoi studi sulle valute condivise, sull'economia della Grecia e sulla crisi nell'Eurozona. Varoufakis aveva precedentemente ricoperto un ruolo politico come consigliere economico del precedente primo ministro greco George Papandreou e aveva già palesato a più riprese il suo scetticismo sul ruolo della Grecia nell'Eurozona.

E Newell lo contattò proprio per questo: perché fino a quel momento aveva avuto difficoltà a collegare due economie di due ambienti di gioco differenti all'interno di una moneta comune. Due economie differenti come lo possono essere quelle di Grecia e di Germania, e una moneta comune come lo è l'Euro. Insomma, dalla prospettiva di Newell, Varoufakis era l'uomo giusto.

 
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